(ANSA) - TORINO, 09 APR - "La pandemia rischia di provocare
un aumento dell'incidenza delle patologie cardiovascolari: è
fondamentale la creazione di percorsi di sorveglianza per
pazienti che hanno avuto il Covid per monitorare l'eventuale
insorgenza di infiammazioni cardiache come miocarditi e
pericarditi non preesistenti al contagio. E' centrale
l'osservazione cardiologica del paziente, nell'ottica di una
continuità clinico assistenziale del percorso di cura, dal pre
ricovero al follow up post dimissioni". Lo spiega Federico
Nardi, presidente dell'Anmco, associazione medici cardiologi
ospedalieri, Piemonte e Valle d'Aosta.
Un recente studio pubblicato sullo European Hearth Journal -
dice Nardi - ha dimostrato che circa il 50% dei pazienti
ricoverati per una forma grave di Covid-19 e che mostravano
livelli elevati di troponina hanno riportato danni al cuore. Una
complicanza rilevata tramite risonanza magnetica un mese dopo la
dimissione. Nei casi analizzati si trattava di miocardite, cioè
l'infiammazione del muscolo cardiaco, infarto, ischemia o
combinazioni di tutti e tre i fattori insieme. In questo senso è
necessario un monitoraggio che deve coinvolgere anche le persone
a elevato rischio cardiovascolare, che senza considerare la
possibilità di contagio da Covid hanno un pericolo di morte
superiore o uguale al 20% nei 5 anni dopo la prima
manifestazione patologica.
Nardi cita il caso di Alessandria, dove "è stata organizzata
una rete diffusa di elettrocardiografi collocati in ambulatori e
case della salute afferenti alla Asl, che potrebbe essere
utilizzata anche a questo scopo". (ANSA).
Covid: cardiologi, 50% pazienti gravi riporta danni al cuore
'Bisogna monitorare gli effetti del virus sul cuore'