Piemonte

Auto: Palermo, design non morirà se saprà reagire

Creatività centrale per ripartire, ma serve cambio

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 29 DIC - "Le case di design dell'automobile hanno un futuro. Come hanno fatto altri settori, però, devono adeguarsi al cambiamento, seguire le trasformazioni del mercato e diversificarsi". Umberto Palermo, creativo designer dell'auto, prova a immaginare il futuro di un comparto alle prese con una profonda trasformazione e non poche difficoltà. "E' finita un'epoca - osserva - ma altri comparti hanno saputo reagire e reinventarsi dopo una grande crisi. Non si può mettere una pietra tombale sul comparto del design, della progettazione e realizzazione di prototipi per l'auto. Bisogna reagire, ci vuole una rottura rispetto al passato. Non basta avere fatto la storia dell'auto, se non si riesce a ridisegnare il futuro", spiega Palermo che il 2 luglio ha presentato il quadriciclo elettrico Mole Urbana.
    "Partiamo da una domanda: Torino e il Piemonte sono stati in grado di adeguarsi alle nuove esigenze del mondo dei trasporti? Faranno in tempo? Le grandi case automobilistiche - osserva - non valorizzano più il contributo dei designer esterni, ma non credo che non ne abbiano bisogno. E' una fase di grande cambiamento, segnata dall'arrivo dell'auto elettrica. Bisogna approfittarne per rimettersi in gioco, puntando su innovazione, professionalità, qualità. Tutte cose che richiedono grandi investimenti". Palermo individua alcuni problemi: "spesso i designer non sono capaci di capire il momento della fine della vena creativa, serve un cambio generazionale. Poi ci sono le gare per appalti sempre più al ribasso a discapito di qualità e professionalità, l'uso del sistema 'body rental' da parte delle grandi aziende, scuole di design dove si fa credere che la bravura sia determinata dal bel disegno senza considerare talento e propensione per un mestiere speciale". Palermo chiede che la politica scommetta proprio sul design per ripartire con una radicale detassazione del settore: "i crediti di imposta non bastano. Spesso per inventare spendi di più rispetto a quanto siano i profitti entrando in circuiti debitori da cui non puoi più uscire". (ANSA).
   

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