Piemonte

Pg Torino,parole Gabrielli inaccettabili

'Foglia fico'? Indagine procura è stata meticolosa

Redazione Ansa

"Siamo stanchi di fare le foglie di fico per responsabilità che non sono le nostre". L'attacco del capo della polizia, Franco Gabrielli, è ai sindaci che si lamentano perché a causa delle sue direttive in materia di sicurezza non riescono a organizzare grandi manifestazioni. Ma viene accolto con irritazione al Palazzo di Giustizia di Torino, dove nell'ambito dell'inchiesta sui fatti di piazza San Carlo, con il loro duro corollario di una vittima e di 1.500 feriti, ha inviato avvisi di garanzia per disastro e omicidio colposo all'allora questore, Angelo Sanna, al prefetto Renato Saccone e a un paio di dirigenti di lungo corso. "Le parole di Gabrielli non sono condivisibili e non sono accettabili", dice senza mezzi termini il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo. Ma una nota del Dipartimento della Pubblica Sicurezza precisa ulteriormente le parole di Gabrielli: "Nessuna intenzione di polemizzare o interferire con l'autorità giudiziaria, verso la quale la Polizia ha la massima fiducia e rispetto", e nemmeno con la sindaca di Torino (anche lei indagata per piazza San Carlo). Gabrielli ha anche parlato al telefono con Saluzzo "riscontrando comprensione". Tutto questo mentre l'inchiesta procede. Oggi è stata affidata una consulenza tecnica per cercare su zaini, scarpe e giubbotti lasciati dalla folla in fuga eventuali residui di spray urticante. Ci vorranno 50-60 giorni. La circolare Gabrielli è un elenco di norme, leggi e soprattutto di disposizioni che molti ritengono applicabili con difficoltà perché dispendiose e complesse. "Io - ha detto nel corso di un convegno a Vercelli - dai sindaci mi aspettavo un plauso. Questi signori che si preoccupano del fatto che non hanno i soldi dovrebbero sapere che se succede un evento come una morte o lesioni loro ne rispondono". "Nel momento in cui avvengono fatti gravi - ha aggiunto - il magistrato va a cercare una posizione di garanzia, e molto spesso il questore è il soggetto a cui riferire le responsabilità. Torino docet. Quindi noi abbiamo detto basta". La risposta di Saluzzo è stata secca: i pm della procura di Torino "non hanno cercato a caso né la posizione del Questore né la posizione di altri". E' stata un'indagine che, per ora, "ha portato a individuare una serie di soggetti non per la loro posizione di garanzia, ma per specifiche caratterizzazioni individuali in ordine alle rispettive competenze nella complessa macchina di approntamento del livello necessario di sicurezza". "Il tema ricorrente - ha poi precisato il Dipartimento - era solo l'applicazione della circolare con cui si è tentato di definire responsabilità che sono a monte dell'intervento della magistratura al fine di evitare un'esposizione delle autorità di pubblica sicurezza per compiti non propri".
   

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