Piemonte

Cassazione, sit-in trivella Tav è reato

Accolto ricorso pm. Non serve forza per indurre operai a stop

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 20 OTT - Anche una forma di pressione non violenta ma basata sulla "forza del numero" nei confronti degli operai, come piazzarsi davanti a una trivella nel cantiere della Tav, spesso oggetto di contestazioni, può essere reato. Perché, infatti, si realizzi il reato di violenza privata "non si impone che emergano gli estremi di una palesata energia fisica, né che ricorrano comportamenti di manifesta valenza intimidatrice". "Uno stato di coartazione psicologica" può prodursi "in capo a chi lavori in un contesto quotidianamente soggetto ad iniziative di pressione e manifestazioni di protesta, quando il lavoratore si trovi al cospetto di più soggetti che dimostrano il chiaro intento di interrompere le attività", pur senza esplicite minacce. Lo sottolinea la Cassazione che ha accolto il ricorso della procura di Torino contro l'ordinanza con cui il Riesame aveva annullato le misure cautelari per cinque manifestanti residente in Val di Susa indagati per aver ostacolato uno dei cantieri della Tav.
   

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