Piemonte

Medico morto in casa, collega fermato per omicidio

In provincia di Alessandria, indagano i carabinieri

Medico morto in casa, sindaga per omicidio

Redazione Ansa

Lo hanno trovato in una pozza di sangue, nella sua abitazione di San Martino di Rosignano, nel Monferrato alessandrino. Riverso a terra, su un fianco alcune ferite da taglio. E' morto così Andrea Juvara, 47 anni, medico anestesista e rianimatore del Pronto Soccorso dell'ospedale di Casale Monferrato. Dopo una giornata di indagini, e di interrogatori, i carabinieri coordinati dalla procura di Vercelli hanno fermato un collega della vittima, M.A. le iniziali del suo nome, anche lui 47 anni, che al termine di un lungo interrogatorio avrebbe confessato. Ed è ora accusato di omicidio volontario. La svolta in serata, a poco più di dodici ore dal ritrovamento del cadavere in Cascina Varacca Bassa 34, aperta campagna. I primi a preoccuparsi questa mattina erano stati i colleghi, che non lo avevano visto al lavoro come tutte le mattine. Impossibile mettersi in contatto con lui anche al cellulare, che squillava a vuoto. A trovare il cadavere in camera da letto, al primo piano della abitazione, la compagna, andata a cercarlo dopo essere stata avvisata dall'ospedale. L'ambulanza del 118 non aveva potuto fare altro che constatare il decesso di Juvara. Sul posto, con i militari della stazione di Casale, anche gli investigatori del nucleo operativo di Alessandria, gli esperti del Ris per i rilievi del caso e la pm Roberta Brera, della procura di Vercelli. Bocche cucite e indagini in tutte le direzioni, senza escludere nessuna pista. Numerose le persone ascoltate per tentare di far luce sulla morte del medico. Amici, conoscenti, colleghi di lavoro. Tra questi anche M.A., il suo sangue sulla cancellata della cascina e alcune ferite da taglio che si era fatto medicare. Interrogato a lungo, avrebbe ammesso le sue responsabilità. Sono in corso approfondimenti in ordine alla natura del movente, probabilmente legato a dissapori tra i due medici sul luogo di lavoro, forse l'ambizione reciproca per la stessa ambizione, forse qualche sfottò di troppo. Ciao Andrea R.I.P.", riposa in pace, è il messaggio che un infermiere amico della vittima scrive su Facebook. "Sono incazz...", le sue parole di rabbia scritte sul social per commentare il delitto.

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