Piemonte

Notte bianca della Fede, la Sindone evangelizza i giovani

In cuore notte davanti al telo. Nosiglia, attenti a vero amore

Redazione Ansa

 TORINO - Il luogo, Parco Dora, è lo stesso che ogni estate ospita a Torino i big della musica elettronica.
Sul palco, questa sera, non ci sono cantanti, ma l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, che invita i giovani a cercare "il vero amore", quello "che si dono senza chiedere niente in cambio". E' la notte bianca della fede, che proseguirà con la processione dei giovani davanti alla Sindone, nel Duomo di Torino.
   Sono almeno 5 mila i ragazzi provenienti dagli oratori di tutta Italia che accolgono il custode pontificio del Sacro Lino cantando 'Festa insieme a te'. "Essere qui è una cosa che fa ragionare le persone" dice Vitaly, giovane animatore di Bollate.
A fargli eco Martina, anche lei in ritiro con i 'colleghi' animatori: "in un mondo in cui ormai tutti seguono la massa - dice - noi vogliamo distinguerci e andare controcorrente. E questo è il nostro modo per farlo".
   Fra canti e balli anche un momento dedicato a Don Bosco.
   "Siamo qui anche per il suo bicentenario", dicono Elisabetta e Agnese, 16 anni, gli ultimi due da studentesse animatrici di un oratorio di Cernusco sul Naviglio. "Vedere la Sindone dal vivo per noi è una grande emozione - dicono - e questa serata ci permetterà di farlo con i nostri amici". "È un'esperienza bella e importante - aggiungono i ragazzi di un oratorio di Legnano - e farla tutti insieme la rende ancora più speciale".
   Monsignor Nosiglia li saluta battendo le mani a suon di musica, poi sul parco che di giorno ospita gli skaters, nella zona nuova di Torino, cala il silenzio. Viene letto il Vangelo e ci si prepara alla visita della Sindone e all'incontro l'Amore più grande, quello che il Signore ha donato al mondo con il sacrificio della sua vita.
   "Nessuno può vivere senza amore. Eppure quanta gente persegue la via di un amore che non dà vera gioia ed è fonte di delusione, se non addirittura di sofferenza", osserva l'arcivescovo di Torino. "Quando Gesù ci invita ad amare come Lui ci ha amato - prosegue - indica l'unica strada che rende felice". L'invito è a non lasciarsi "irretire da esperienze e proposte di amori passeggeri, parziali e alla lunga privi di quella felicità che cerchiamo". E a non "costruirsi il proprio Gesù secondo i gusti del momento, quasi fosse un idolo da trasportare qua e là, adatto per tutte le stagioni".

 

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