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Aumenta spesa per cybersecurity ma l'Italia ancora indietro nel G7

PoliMi, mercato supera 2 miliardi, +16%. L'IA entra nel settore

Aumenta spesa cybersecurity ma Italia ancora indietro nel G7

Redazione Ansa

Nel 2023 il mercato italiano della cybersecurity ha raggiunto un record: 2,15 miliardi di euro, +16% rispetto al 2022. Il 62% delle grandi organizzazioni ha aumentato la spesa, ma l'Italia resta ultima tra i paesi del G7 per rapporto mercato-Pil. Il 74% delle imprese ha percepito un aumento dei tentativi di attacco, il 12% ha subito conseguenze tangibili da cyber aggressioni. Il 56% ha introdotto strumenti e tecnologie di Intelligenza artificiale nella cybersecurity, ma solo il 22% li utilizza in maniera estesa. Sono alcuni dati contenuti nella ricerca dell'Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno 'Beyond Cybersecurity: tra intelligenza umana e fattore artificiale'.

"Per ridurre il divario presente tra l'Italia e gli altri Paesi è necessario un corretto bilanciamento tra investimenti tecnologici e capitale umano - dice Gabriele Faggioli, responsabile scientifico dell'Osservatorio - Da un lato è essenziale cogliere il potenziale delle tecnologie come l'IA, dall'altro non va sottovalutata la formazione e la sensibilizzazione dei lavoratori".

In generale, la maggioranza degli attacchi resta riconducibile al cybercrime, cioè l'estorsione di denaro, ma "assumono crescente rilevanza le azioni di hacktivism, che costituiscono l'8% del totale degli attacchi a livello globale e il 30% a livello italiano". Tra i possibili utilizzi dell'Intelligenza artificiale da parte dei cybercriminali si rilevano - spiega la ricerca - "la creazione di campagne di social engineering più incisive e su larga scala, la migliore efficienza nell'individuazione di possibili vulnerabilità e la creazione di deepfake volti per la disinformazione". L'adozione di strumenti di IA da parte delle grandi imprese risulta ancora in uno stato precoce, quelli impiegati hanno principalmente la funzionalità di individuare possibili anomalie (73%), identificare nuove potenziali minacce e vulnerabilità zero-day (70%) o ancora ricercare e analizzare correlazioni tra eventi per agire in ottica preventiva (70%).

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