01. Rubriche

Goldman Sachs: l’IA aumenterà il PIL globale annuo del 7%

La banca d’affari ha pubblicato una ricerca secondo cui l'intelligenza artificiale generativa potrebbe “esporre all'automazione” circa 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno.

Goldman Sachs: l’IA aumenterà il PIL globale annuo del 7%

Redazione Ansa

di Alessio Jacona*

A livello globale, «l'intelligenza artificiale generativa potrebbe esporre all'automazione l'equivalente di 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno”, mentre se si analizzano i dati relativi alle mansioni professionali negli Stati Uniti e in Europa, «circa due terzi dei lavori attuali sono esposti a un certo grado di automazione dell'IA», mentre l'IA generativa «potrebbe sostituire fino a un quarto dei lavori attuali». Sono queste alcune delle informazioni chiave che emergono dal report realizzato dalla banca d’affari Goldman Sachs (GS) e intitolato “The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth” (Gli effetti potenzialmente ampi dell'intelligenza artificiale sulla crescita economica), in base al quale con l'avvento dell’IA «il mercato del lavoro potrebbe subire notevoli sconvolgimenti». (Una copia pdf del report in lingua inglese è scaricabile alla fine di questo articolo). Tutto questo, si legge sempre nello studio, sarà possibile se «l'IA generativa mantiene le sue promesse», ossia se alla lunga serie di annunci entusiasti, al moltiplicarsi di servizi che promettono di cambiare il nostro modo di lavorare, all’improvviso interesse del grande pubblico e allo storytelling del marketing, corrisponderà l’effettiva capacità delle IA di svolgere in maniera efficiente i molti compiti che si candidano a rivoluzionare. Intanto l’aspetto positivo è che, sempre secondo i ricercatori di Goldman Sachs, «la perdita di posti di lavoro a causa dell'automazione è stata storicamente compensata dalla creazione di nuovi posti di lavoro», e che l'emergere di nuovi mestieri a seguito di innovazioni tecnologiche è stato, nella maggioranza dei casi, la principale spinta per la crescita occupazionale. Insomma, se è vero che l’innovazione tecnologica storicamente porta all'eliminazione di posti di lavoro, altrettanto vero è che spinge alla creazione di nuovi. La questione, semmai, è come assicurarsi che chi perde il lavoro oggi, (perché le sue mansioni possono ora essere svolte dall’IA), abbia la possibilità di aggiornare e integrare le proprie competenze per avere ancora un posto e un ruolo domani nel nuovo contesto lavorativo. «La combinazione di significativi risparmi sul costo del lavoro, la creazione di nuovi posti di lavoro e l'aumento della produttività per i lavoratori che non vengono sostituiti, aumenta le chance di un boom della produttività che spingerebbe la crescita economica in modo sostanziale, anche se i tempi di tale boom sono difficili da prevedere», si legge nel report. I numeri, dal canto loro, sono incoraggianti: lo studio Goldman Sachs rivela infatti anche che l'IA generativa potrebbe aumentare la crescita della produttività del lavoro negli Stati Uniti di quasi punto e mezzo percentuale all’anno nel prossimo decennio, nel caso questa tecnologia venisse adottata diffusamente dalle aziende. Nello stesso periodo, GS stima che l'IA generativa potrebbe aumentare il PIL globale annuo del 7%, pari a un aumento di quasi 7.000 miliardi di dollari. Ma cosa intendono i ricercatori Goldman Sachs quando parlano di quanto l’IA potrebbe “esporre all’automazione” le professioni e mestieri? Stando a quanto si legge nello studio, l’impatto dell’IA riguarderà tutto il mercato del lavoro, ma sarà di diversa intensità a seconda che si tratti di mercati emergenti (minore) e mercati sviluppati (maggiore). Focalizzando sulle singole professioni, la ”esposizione all’automazione” è un indice che valuta quante delle molteplici mansioni riconducibili a una singola professione possono essere svolte dall’IA: nella ricerca si evidenziano settori dove il ruolo dell’intelligenza artificiale resterà per ora marginale, come “Pulizia e manutenzione”, “Installazione, manutenzione e riparazione” o “Costruzioni edili”; quelli in cui l’IA svolgerà un ruolo complementare svolgendo parte dei compiti e liberando tempo che la forza lavoro potrà dedicare all’aumento della produttività (praticamente tutti i settori presi in considerazione); infine, quelli nei quali i lavoratori sono più a rischio di essere sostituiti dall’IA, che includono le professioni legali e quelle che ricadono nella categoria “Supporto amministrativo e d'ufficio”. Più in generale, lo studio sostiene che, a livello globale, il 18% del lavoro potrebbe essere automatizzato dall'IA, con effetti maggiori nei mercati sviluppati che non nei mercati in via di sviluppo.

*Giornalista, esperto di innovazione e curatore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale

Leggi l'articolo completo su ANSA.it