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Balcani: studio, aumenta la propaganda pro-radicalizzazione

Segnalati rischi di infiltrazione terroristi su rotte migratorie

Redazione Ansa

(ANSA) - BELGRADO, 14 GIU - In alcuni stati dei Balcani è stato registrato un aumento della diffusione e del consumo di propaganda islamista radicale online nel 2022. E' uno dei dati che emerge dallo studio Europol 'European Union Terrorism Situation and Trend report 2023', reso pubblico oggi.

"Come nel resto d'Europa, Facebook, Instagram, Telegram, Twitter e Signal hanno continuato a essere i canali principali per la diffusione della propaganda. Il reclutamento continua ad avvenire sia online sia in edifici religiosi informali, così come in istituti penitenziari", si legge nel rapporto.

Lo studio ha evidenziato che al momento non esistono gruppi terroristici o estremistici violenti di significativa importanza nei Balcani occidentali. Nella maggior parte dei casi a essere attivi sono individui radicalizzati o piccoli gruppi locali con 10-20 membri. Questi gruppi non sono gerarchici, ma sono guidati da individui riconosciuti dai membri del gruppo come 'autorità' religiose e sono collegati a gruppi simili nella regione e in stati membri Ue, tra cui Austria, Germania e Lussemburgo. Le comunicazioni online permettono di mantenere attivi i collegamenti internazionali.

Il ritorno dei combattenti stranieri dalla Siria e dall'Iraq nei paesi dei Balcani occidentali rimane una delle principali sfide per la sicurezza nella regione, ha sottolineato il rapporto. A causa del significativo numero di 'foreign fighters' partiti in passato, la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo sono particolarmente vulnerabili. I terroristi che si infiltrano nelle rotte migratorie dalle zone di conflitto attraverso i paesi dei Balcani occidentali verso l'Ue sono un'altra "potenziale minaccia", ha puntualizzato inoltre lo studio, che ha segnalato anche la minaccia rappresentata dai terroristi detenuti rilasciati, così come la radicalizzazione all'interno delle carceri, un problema significativo.

In ogni caso, "nel 2022 non si sono verificati atti terroristici in nessuno dei paesi della regione dei Balcani occidentali. Tuttavia, la complessità delle questioni identitarie e religiose, nonché le condizioni socio-economiche e l'elevato tasso di disoccupazione, potrebbero continuare a fungere da fattori di radicalizzazione nella regione", ha osservato il rapporto.

La relazione si basa in gran parte su informazioni fornite a Europol dagli stati membri dell'Ue. (ANSA).

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