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Svelò orrori Auschwitz, 75 anni fa l'uccisione di Pilecki

Eroe polacco giustiziato il 25 maggio 1948 dal regime comunista

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 24 MAG - Ha combattuto il nazismo nel lager di Auschwitz e nella rivolta di Varsavia, si è opposto allo stalinismo che stava martoriando la sua Polonia, ha sofferto ogni genere di privazioni e di torture e ha pagato con la vita l'anelito alla libertà. Il capitano di cavalleria Witold Pilecki venne giustiziato con un colpo di pistola alla nuca in una cella del carcere di Varsavia il 25 maggio 1948, cioè 75 anni fa, e il suo corpo sepolto nella notte affinché sparisse anche il suo ricordo. Alla moglie Maria Ostrowska e ai figli Andrzej e Zofia fu vietato pronunciarne il nome.

Solo con la caduta del muro di Berlino la figura di Pilecki iniziò lentamente a uscire dall'oblio. Oggi è un eroe nazionale.

Il capitano era stato uno dei fondatori dell'esercito clandestino polacco, ma soprattutto era stato l'unico a farsi rinchiudere volontariamente ad Auschwitz, simulando di essere caduto in una retata, con la missione segreta di creare una rete di resistenza e di testimoniare al mondo cosa accadesse nella 'fabbrica della morte'. È suo il primo rapporto dettagliato su Auschwitz, fatto filtrare nel novembre 1940 e giunto via Stoccolma a Londra nel marzo del 1941, ritenuto però dagli inglesi "esagerato". Invece era tutto vero.

Pilecki evaderà nell'aprile 1943. Nel 1945 sarà in Italia, nelle Marche, agli ordini del generale Wladyslaw Anders, e tornerà in missione nella Polonia sotto occupazione sovietica.

Fu però scoperto, arrestato, torturato, processato su accuse false e giustiziato.

La sua figura è stata ricostruita per la prima volta dallo storico Marco Patricelli nel libro 'Il volontario' (Laterza, Premio Acqui Storia, bestseller in Polonia). Sabato scorso la Filarmonica di Cracovia diretta da Alexander Humala ha eseguito un estratto dalla Pilecki's Suite per orchestra sinfonica che lo stesso storico, stavolta in veste di compositore, ha dedicato all'eroe che si è battuto contro i totalitarismi del '900.

L'arcivescovo di Cracovia, Marek Jedraszewski, al quale era dedicato il concerto, ha avuto parole molto toccanti sulla musica e sull'impegno dell'autore italiano nella conoscenza della storia della Polonia. (ANSA).

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