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Serbia-Kosovo: analista, per accordo serve prospettiva Ue

Chance sì Belgrado "non altissime"

Redazione Ansa

(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 06 FEB - "Le chance che la Serbia accetti il piano proposta dalla Ue" che potrebbe portare a una prima normalizzazione dei rapporti con il Kosovo "non sono altissime".

L'unica via da percorrere, in ogni caso, è quella della normalizzazione dei rapporti bilaterali, mettendo le due parti, Belgrado e Pristina, sullo stesso piano e offrendo un chiaro e tangibile percorso d'integrazione Ue ai due contendenti. Lo spiega all'ANSA Giorgio Fruscione, politologo e analista per i Balcani all'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi).

Negli ultimi mesi, su spinta franco-tedesca, Serbia e Kosovo sono state messe alle strette da Ue e Usa affinché raggiungano un accordo per la normalizzazione dei loro rapporti. Il cosiddetto piano franco-tedesco, ancora non reso pubblico, spingerebbe verso una sorta di riconoscimento de facto tra Belgrado e Pristina, con la prima che dovrebbe impegnarsi in particolare a non ostacolare i tentativi del Kosovo di entrare in tutte le organizzazioni internazionali da cui è ancora esclusa, dal Consiglio d'Europa alla Nato, fino a Ue e Onu, un obiettivo quest'ultimo particolarmente avversato dalla Serbia.

Altro ostacolo prima di una potenziale intesa, la ritrosia di Pristina di dare l'ok alla nascita della cosiddetta Associazione dei comuni serbi in Kosovo, un passo concordato già nel 2013, ma visto come il fumo negli occhi dall'attuale leadership politica kosovara, che teme la nascita in Kosovo di una nuova Republika Srpska.

Molte delle chance "ruoteranno attorno alla creazione o meno dell'Associazione - continua Fruscione - la garanzia per un eventuale accettazione del piano da parte di Belgrado". Di certo, la "via da seguire dal punto di vista diplomatico è sicuramente quella della normalizzazione dei rapporti" serbo-kosovari, "mettendo le due parti sullo stesso piano" anche senza un esplicito mutuo riconoscimento, un passo ancora non previsto dall'iniziativa franco-tedesca, che sarebbe stata ora adottata dall'Ue nel suo insieme ed è fortemente sostenuta anche da Washington, ha svelato di recente il presidente serbo, Aleksandar Vucic. E' appunto quanto prevede la 'clausola' che imporrebbe a Belgrado di "non ostacolare" il processo di adesione del Kosovo alle Nazioni Unite, un passo che tuttavia rischia di provocare un terremoto politico a Belgrado, come dimostrato dalla vera e propria alzata di scudi delle opposizioni di impronta nazionalistica durante il dibattito sul Kosovo andato in scena al Parlamento serbo la settimana scorsa.

I 'desiderata' dell'Occidente rimangono tuttavia oscuri, dato che "non conosciamo i dettagli del piano e possiamo solo speculare su quelli che possono essere i punti più delicati. Ma sappiamo che anche Pristina desidera un accordo entro la primavera. Il premier kosovaro Kurti - chiosa Fruscione - ha fatto addirittura riferimento a un memorandum che prevede il mutuo riconoscimento entro la primavera del 2023. Confido che, se l'attività diplomatica dei Paesi occidentali resterà tale, con l'obiettivo dell'integrazione europea tangibile in un orizzonte non troppo lontano, potremmo veramente vedere qualcosa di concreto nei prossimi mesi". (ANSA).

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