(ANSA) - BUDAPEST, 29 APR - Papa Francesco è arrivato in auto
alla chiesa di Santa Elisabetta d'Ungheria, in Piazza delle
Rose, nel VII distretto di Budapest, storico quartiere ebraico
della città, dove stamane incontra i poveri e i rifugiati.
All'interno della chiesa sono presenti circa 600 persone e un
migliaio fuori in Piazza Rozsak. I rifugiati, portati dalla
Caritas e altre organizzazioni cattoliche, oltre a un gruppo di
rom ungheresi, provengono per la maggior parte dall'Ucraina,
quindi da altri Paesi come Pakistan, Afghanistan, Iraq, Iran,
Nigeria, Sud Sudan.
"Esprimo la mia gratitudine alla Chiesa ungherese per
l'impegno profuso nella carità, un impegno capillare: avete
creato una rete che collega tanti operatori pastorali, tanti
volontari, le Caritas parrocchiali e diocesane, ma anche gruppi
di preghiera, comunità di credenti, organizzazioni appartenenti
ad altre confessioni ma unite in quella comunione ecumenica che
sgorga proprio dalla carità. E grazie per come avete accolto -
non solo con generosità ma pure con entusiasmo - tanti profughi
provenienti dall'Ucraina", ha detto papa Francesco durante il
suo incontro.
"Anche nel dolore e nella sofferenza, infatti - ha proseguito
-, si ritrova il coraggio di andare avanti quando si è ricevuto
il balsamo dell'amore: è la forza che aiuta a credere che non è
tutto perduto e che un futuro diverso è possibile". "L'amore che
Gesù ci dona e che ci comanda di vivere - ha aggiunto il
Pontefice - contribuisce allora a estirpare dalla società, dalle
città e dai luoghi in cui viviamo, i mali dell'indifferenza - è
la 'peste' l'indifferenza - e il male dell'egoismo, e riaccende
la speranza di un'umanità nuova, più giusta e fraterna, dove
tutti possano sentirsi a casa". "Questo vale per tutta la Chiesa
- ha concluso -: non basta dare il pane che sfama lo stomaco,
c'è bisogno di nutrire il cuore delle persone! La carità non è
una semplice assistenza materiale e sociale, ma si preoccupa
della persona intera e desidera rimetterla in piedi con l'amore
di Gesù: un amore che aiuta a riacquistare bellezza e dignità.
Fare carità significa avere il coraggio di guardare negli occhi
e di toccare: guardare e toccare l'altro, non si può fare carità
senza questo. Fratelli e sorelle, vi incoraggio a parlare sempre
il linguaggio della carità". (ANSA).
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Papa in Ungheria: Francesco incontra i poveri e i rifugiati
'Grazie alla Chiesa per come ha accolto i profughi dell'Ucraina'