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Belgrado prosegue offensiva diplomatica su Srebrenica e Kosovo

Dacic, il 30/4 Consiglio di sicurezza Onu sulla Bosnia

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 28 APR - Prosegue l'offensiva diplomatica della Serbia su Srebrenica e Kosovo, due temi che Belgrado pone al centro della sua attuale azione politica internazionale e che ritiene di importanza vitale per i suoi interessi nazionali.
    Dopo il rinvio del voto su una risoluzione relativa al genocidio di Srebrenica, previsto in Assemblea generale dell'Onu il 2 maggio, rinvio avvenuto dopo una intensa iniziativa diplomatica alle Nazioni Unite del presidente serbo Aleksandar Vucic, il ministro degli esteri Ivica Dacic ha detto oggi che una seduta straordinaria del Consiglio di sicurezza Onu dedicata alla situazione in Bosnia-Erzegovina si terrà con tutta probabilità il 30 aprile su richiesta della Russia. E riferendosi al rinvio del voto della risoluzione su Srebrenica, Dacic ha sottolineato il successo dell'azione diplomatica di Vucic che nel corso di cinque giorni a New York ha incontrato decine di rappresentanti internazionali spiegando la posizione contraria di Belgrado, sia sulla sostanza del problema sia sulle storture procedurali e violazioni del regolamento delle Nazioni Unite. Per Belgrado, addossare alla Serbia il marchio di 'popolo genocida' non contribuirebbe certo alla pacificazione ma inasprirebbe ulteriormente i rapporti interetnici in Bosnia-Erzegovina, a danno della stabilità generale nella regione con il pericolo reale di nuovi conflitti. Dacic, in una intervista alla tv privata Prva, ha detto che anche sull'ammissione del Kosovo al Consiglio d'Europa i giochi non sono fatti, dopo il sì dei giorni scorsi da parte dell'Assemblea parlamentare dell'organizzazione paneuropea. La decisione finale verrà dal Comitato dei ministri degli esteri del Consiglio d'Europa, il cui voto ha detto è previsto per il 17 maggio. Per Dacic, alcuni importanti Paesi come Francia e Italia hanno espresso riserve.
    "E' una battaglia molto dura, e vedremo come le cose si evolveranno". (ANSA).
   

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