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La Serbia ricorda i pogrom di 20 anni fa in Kosovo

Morti e distruzioni in violenze contro la popolazione serba

Redazione Ansa

(ANSA) - BELGRADO, 17 MAR - La Serbia ricorda oggi i pogrom di 20 anni fa contro la popolazione serba in Kosovo, un'ondata feroce di violenze e distruzioni che provocò vittime, feriti e migliaia di profughi, in quello che Belgrado continua ancora oggi a denunciare come un chiaro e lucido piano di pulizia etnica ai danni dei serbi. Lo ha fatto il presidente Aleksandar Vucic, ricevendo oggi un gruppo di studenti serbi del Kosovo, ai quali ha detto che le violenze e i soprusi contro i serbi proseguono ancora oggi con la stessa determinazione e la stessa crudeltà.
    "Cari ragazzi, voi provenite da ogni parte del Kosovo, la nostra Serbia, benvenuti in un'altra parte della nostra Serbia.
    Grazie di essere oggi qui con noi a Belgrado, oggi nel 20/mo anniversario dei terribili pogrom contro la popolazione serba, pogrom che proseguono ancora oggi con la stessa convinzione e crudeltà. Perfino i metodi non sono molto diversi, e con lo stesso appoggio convinto di coloro che ci bombardarono nel 1999", ha detto Vucic parlando ai ragazzi serbi del Kosovo. Il riferimento è ai raid della Nato decisi nella primavera del 1999 contro la Serbia, che posero fine alla guerra del Kosovo.
    L'anniversario dell'inizio di tali bombardamenti verrà ricordato la prossima settimana. "Dovete sapere che questo è il vostro unico Paese, dovete sapere che avete un'unica città capitale, che è Belgrado, e spero che potrete vedere, ammirare e amare altre parti della vostra patria, la Serbia", ha aggiunto il presidente. A incendiare gli animi il 17 marzo 2004 fu la tragica morte di tre ragazzi kosovari di etnia albanese, annegati nel fiume Ibar.
    Secondo i media locali albanesi di allora, i tre erano stati inseguiti e minacciati da coetanei serbi e costretti in pratica, per sfuggire alle violenze, a lanciarsi nel fiume dove poi trovarono la morte. Una versione questa sempre respinta con forza da Belgrado, che la definisce un pretesto montato ad arte per giustificare l'odio e la furia antiserba scatenatisi successivamente. Nel giro di un paio di giorni furono attaccate indiscriminatamente e date alle fiamme un migliaio di case di serbi, distrutti 35 fra chiese e monasteri ortodossi, abbattuto tutto ciò che avesse una connotazione serba. I morti furono complessivamente una ventina da entrambe le parti, oltre 4 mila serbi furono costretti a lasciare i loro luoghi d'origine, con la pulizia etnica che interessò una quindicina di località grandi e piccole. Nel 20/mo anniversario di tali fatti drammatici, eventi rievocativi e cerimonie commemorative sono in programma in tutta la Serbia e fra la popolazione serba del Kosovo. Il presidente Vucic sarà presente in serata a una cerimonia ufficiale al Teatro Nazionale di Belgrado. (ANSA).
   

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