(ANSA) - BRUXELLES/BELGRADO, 19 MAR - Dodici ore di negoziati
per trovare un bandolo della matassa lunga quasi un quarto di
secolo e per arrivare, annunciato dall'Ue in nottata, ad una
faticosissima intesa. L'incontro di alto livello a Ohrid, in
Macedonia del Nord tra il presidente serbo Aleksandar Vucic e il
premier del Kosovo, Albin Kurti, mediato dall'alto
rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, e dal
rappresentante speciale Ue per i Balcani occidentali, Miroslav
Lajcak, alla fine ha portato ad un nuovo, importante passo
avanti nella normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi.
"Serbia e Kosovo hanno raggiunto l'intesa sull'allegato di
attuazione", ha annunciato Borrell pur ammettendo che, "sulla
proposta più ambiziosa" avanzata da Bruxelles non si è invece
riusciti a trovare un compromesso. L'incontro era stato
convocato per finalizzare l'accordo proposto dall'Ue per
normalizzare le relazioni tra i due Stati, adottandone
l'allegato di attuazione. Una prima intesa era stata raggiunta
il 27 febbraio a Bruxelles quando i due leader avevano
concordato che "non sarebbero state necessarie ulteriori
discussioni" sull'accordo di base. Nel testo la Serbia non
riconosce il Kosovo come Stato indipendente, ma le due parti
accettano la reciproca legittimità di documenti e simboli
nazionali, inclusi passaporti, diplomi, targhe e timbri
doganali. La formula contiene anche l'impegno di Belgrado a non
opporsi all'adesione del Kosovo ad alcuna organizzazione
internazionale. E, con l'intesa arrivata ad Ohrid Pristina "ha
accettato di lanciare immediatamente negoziati facilitati
dall'Ue per assicurare un livello appropriato di autonomia per
le comunità serbe in Kosovo", ha spiegato Borrell. L'allegato di
attuazione oggetto dei negoziati sul lago di Ohrid dà sostanza
all'accordo di base ed è parte integrante dell'intesa. Un
allegato cui l'Ue attesta una grande importanza: finora infatti
più della metà degli impegni presi con gli accordi di Bruxelles
del 2013 e del 2015 sono stati ampiamente disattesi da ambo le
parti. E, non ha caso, Borrell ha sottolineato un punto: quanto
concordato in Macedonia del Nord rientra nel negoziato di
adesione della Serbia nell'Ue e nel percorso di avvicinamento
all'Unione del Kosovo. "Non rispettare" l'intesa "porterà a
delle conseguenze", ha puntualizzato Borrell. L'accordo, anche
per le dichiarazioni delle due parti nei giorni scorsi, si
preannunciava in salita. Vucic aveva promesso che non avrebbe
mai riconosciuto il Kosovo, ma aveva anche detto che non aveva
alcuna intenzione di aiutare Pristina ad entrare nelle Nazioni
Unite. E, al termine del round negoziale, il presidente serbo ha
puntualizzato di non aver firmato nulla e che il tutto non si è
concluso certo oggi. Ma allo stesso tempo ha sottolineato: "una
qualche intesa l'abbiamo raggiunta, e di questo sono
soddisfatto". I negoziati di Ohrid sono stati preceduti da
un'intensa attività diplomatica. L'obiettivo delle cancellerie
europee e americana è di mettere in sicurezza i Balcani
Occidentali a partire dal suo anello più debole, il Kosovo, e
spingere la regione verso l'integrazione euro-atlantica. "Pace,
riconciliazione e sviluppo economico sono requisiti chiave per
un rapido progresso dei Balcani Occidentali in direzione
dell'Ue", ha sottolineato Borrell prima di diffondere il testo
dell'allegato di attuazione su cui c'è stata l'intesa annunciata
dall'Ue. Un testo dove, nero su bianco, è scritto che Serbia e
Kosovo "riconoscono che il mancato rispetto dei loro obblighi
avrà conseguenze dirette e negative per i loro rispettivi
processi di adesione all'Ue e per gli aiuti finanziari che
ricevono da Bruxelles".
Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha detto che nell'incontro
di ieri a Ohrid con il premier kosovaro Albin Kurti, così come
in qualsiasi altro luogo, ha ribadito le linee rosse della
Serbia che riguardano il no al riconoscimento dell'indipendenza
del Kosovo e alla sua ammissione all'Onu. "Lo dico anche oggi,
che nessuno può imporre un obbligo legale alla Serbia. Per
questo non abbiamo firmato nè quello che la Ue definisce un
accordo nè l'allegato. La Serbia è pronta a lavorare
all'attuazione fino alle linee rosse", ha detto Vucic in una
conferenza stampa a Belgrado all'indomani della maratona
negoziale di ieri nella cittadina macedone, conclusasi in tarda
serata. La Serbia, ha osservato Vucic, è uno stato legalmente
riconosciuto a livello internazionale, e per questo non intende
concludere accordi legali internazionali con la cosiddetta
Repubblica del Kosovo. "Non ho firmato poichè non voglio
approvare accordi legali internazionali con il Kosovo. Sto
attento a ogni parola che pronuncio. E' difficile dimostrare
l'esistenza di un accordo senza alcuna firma, ma io ovunque
sottolineo inequivocabilmente le linee rosse della Serbia che si
riferiscono in tutta chiarezza al non riconoscimento del
Kosovo", ha affermato il presidente. I colloqui di ieri, ha
detto, come in tutte le altre occasioni, non sono stati facili
poichè le due parti hanno quasi sempre interessi opposti. Le
parti tuttavia, ha aggiunto, hanno constatato che l'accordo e il
suo allegato diventeranno parte costitutiva del processo di
adesione alla Ue. "Noi non dipenderemo più dalla buona volontà
di Pristina, e questo è un cambiamento positivo nel quadro
negoziale, bensì da quello che saremo in grado di fare", ha
affermato Vucic sottolineando come la parte kosovara si sia
impegnata ad attivarsi concretamente per la creazione della
Comunità delle municipalità serbe in Kosovo. Nel suo intervento
Vucic ha letto il testo dell'allegato, osservando come Serbia e
Kosovo si impegnino con esso ad attuare tutti gli obblighi
previsti. Nei prossimi giorni, ha aggiunto, avrà consultazioni
con i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per
concordare la linea d'azione. "Ora sappiamo che da quello che
riusciremo fare dipenderà il nostro percorso europeo", ha detto
Vucic, (ANSA).
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Negoziato fiume Serbia-Kosovo, poi Ue annuncia intesa
Vucic, non firmo accordi con la cosiddetta Repubblica del Kosovo