(ANSA) - PESCARA, 15 AGO - Oltre cento, le vertenze aziendali
in corso in Abruzzo: a quelle vecchie, come la Honeywell, la
Intecs o la Pilkington, si aggiungono le nuove nell'ambito della
crisi da Covid-19, come quelle Yokohama o Betafence. Il
risultato è che, in questo Ferragosto, in tutta la regione
migliaia di lavoratori non hanno certezze sul futuro. "La
situazione è pesante - dice il segretario regionale Cgil Abruzzo
Molise Carmine Ranieri - ci sono multinazionali che hanno
annunciato la chiusura. E' un segnale molto preoccupante: con la
crisi Covid potremmo avere realtà che, per scelte puramente
aziendali, decideranno di ridurre la filiera e delocalizzare.
Alle vecchie vertenze che non hanno trovato soluzione se ne
aggiungono di nuove. Migliaia gli interessati. Quando chiude una
grande impresa c'è sempre un effetto moltiplicatore negativo per
l'indotto". "A settembre ci sarà da lavorare intensamente.
Dovremo cercare di aiutare anche le Pmi, che hanno un ruolo
fondamentale in Abruzzo. L'occupazione dovrebbe essere
rilanciata anche con investimenti pubblici. Penso al Masterplan:
quegli interventi dovrebbero partire subito e invece sono stati
de-finanziati" conclude Ranieri. (ANSA).
Oltre 100 vertenze in Abruzzo, migliaia lavoratori coinvolti
Ranieri (Cgil), con crisi Covid aziende potrebbero delocalizzare