Molise

Coronavirus: Sabelli,paesi chiusi tragico attacco ad anziani

Attore,compito artisti riflettere su vecchiaia,specie in Molise

Redazione Ansa

(ANSA) - Campobasso, 29 mar - Nel teatro più piccolo e chic d'Italia, il Loto di Ferrazzano, non si può fare neanche come al Bolscioj, dove lo spettacolo è stato fatto per un solo spettatore. "E certo, uno solo devo averlo, è il presupposto del teatro. Il primo racconto di un essere umano ad un altro è già teatro, ma ora qui da noi, per chi lo faccio?". C'è un po'di sconforto nelle parole di Stefano Sabelli da Roma, attore e autore molisano, patron del Loto, fucina di spettacoli che poi da lì prendono il via per i teatri d'Italia. Ma un artista in questi momenti affonda il pensiero nella sua sensibilità e il teatro è per fortuna una miniera di spunti.
    "Credo che gli artisti avranno un compito molto importante nei prossimi mesi, più importante che mai. Riflettere insieme agli altri. Ecco Re Lear, Acab e il Saul: penso che questo virus sta attaccando soprattutto le persone anziane. Shakespeare scrisse Re Lear durante una quarantena di peste, e sono tutti testi che parlano dell'uomo e della solitudine - chiarisce Sabelli - Certo, si tratta di testi che raccontano la follia senile, la perdita del potere, o dell'energia, la sfida alla vita. Anziani che provano ad andare contro natura. E qui è la natura che va contro gli anziani".
    Da queste riflessioni si può arrivare anche ad analisi più complesse: "Certo, perché se il bersaglio di questa pandemia è il vecchio, qui stiamo rimettendo in gioco le fondamenta della nostra civiltà: qui finisce che arriva qualcuno e dice 'salviamo la società e buttiamo a mare i vecchi per motivi economici', come succedeva a Sparta che i vecchi si buttavano dalle mura perché non li manteneva più nessuno. E' con l'Umanesimo che tutte le età assumono lo stesso valore. Qui con la crisi dello stato sociale si può anche arrivare a pensare che invecchiare sia una tragedia moderna: mi pongo questa domanda con angoscia.
    In quei paesi molisani deserti viene meno insomma anche il ruolo sociale della vecchiaia, e mi convinco che ci sia bisogno di un ripensamento sociale, che questa clausura ci insegni a ragionare come gli anziani, che hanno meno bisogni e vivono del necessario e non del superfluo, specie in Molise".
    (ANSA).
   

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