Molise

Motivazioni assoluzione Petescia e Papa

Giudice, 'quadro accusatorio privo di credibilità e certezza'

Redazione Ansa

(ANSA) - CAMPOBASSO, 14 OTT - "Il quadro probatorio fornito dall'accusa in ordine all'effettuazione della cena e conseguentemente sulla sussistenza dei fatti delittuosi descritti non consente affatto di affermare che la cena vi sia stata". È quanto scrive il giudice di Bari Antonio Diella nelle motivazioni della sentenza che lo scorso 4 maggio ha portato all'assoluzione della giornalista Manuela Petescia e del magistrato Fabio Papa, finiti sotto processo per la vicenda del presunto ricatto al governatore del Molise Paolo Frattura. In 161 pagine depositate il giudice ricostruisce in ogni dettaglio le varie fasi del processo, svoltosi con il rito abbreviato. "Le inverosimiglianze - afferma Diella -, le contraddizioni, la mancanza di precisione cronologica, la tardività ingiustificata della denuncia, la genericità o neutralità degli elementi di riscontro, e gli elementi in contrasto provenienti dai tabulati telefonici, dalla consulenza tecnica e dagli elementi offerti dalla Petescia, rendono il dato accusatorio privo di di credibilità".
   

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