Marche

Pesaro 2024, un Memoriale della Shoah al Furlo

Autori Malini e Picciau, riscoprire la memoria e divulgarla

Redazione Ansa

(ANSA) - FURLO, 03 MAG - Anche le Marche hanno ora un piccolo, ma significativo Memoriale della Shoah. L'opera, in cemento, alluminio e colore acrilico è opera di Roberto Malini e Dario Picciau e fa ora parte del Cammino di Sant'Anna-Land Art al Furlo, nel novero delle iniziative per Pesaro 2024 Capitale della Cultura. "Le Marche hanno ricordato in diverse occasioni i martiri della Shoah - spiegano Malini e Picciau - attraverso l'installazione di pietre d'inciampo dell'artista tedesco Gunter Demnig, targhe in memoria, la dedica di giardini e altri luoghi urbani. A Senigallia c'è, dal 1985, un monumento ad Anna Frank, opera di Romolo Augusto Schiavoni, ed è stato significativo il riconoscimento dell'ex campo di prigionia di Servigliano come monumento nazionale. Fino a oggi, tuttavia, mancava un memoriale dedicato a tutte le vittime delle persecuzioni nazifasciste e siamo lieti che la Casa degli Artisti di Fossombrone abbia selezionato il nostro progetto, che le ricorda a nome della comunità marchigiana, come recita la targa applicata all'installazione in cemento, metallo e colore: 'Le Marche ricordano le vittime dell'Olocausto'". I due artisti hanno scelto la sede del monumento lungo il Cammino di Sant'Anna, Dopo aver incontrato Andreina De Tomassi e Antonio Sorace, fondatori e promotori del parco naturale artistico della Gola del Furlo: "un luogo esposto al sole, sotto alcuni alberelli di acacia", ideale per ottenere particolari giochi di luce e ombra. "Abbiamo scritto in lettere tridimensionali, su una superficie di cemento che ricorda quello di Auschwitz, l'espressione 'Never Again', 'Mai più' - spiegano Malini e Picciau -, la stessa che da quasi ottant'anni ripetono nelle scuole e in ogni occasione pubblica i testimoni dell'Olocausto. Sulle piazzole si procede a piedi nudi e ci è sembrato molto efficace fare in modo che i visitatori del parco lo leggano con gli occhi, ma lo sentano anche sotto la pelle dei piedi e magari lo tocchino con le mani". "Il tempo, inesorabile, sta cancellando la memoria della Shoah e di tutti i delitti contro l'umanità compiuti dai nazifascisti - aggiungono -, così noi, che abbiamo incontrato decine di testimoni, intervistandoli e preservando i loro ricordi, ci impegniamo affinché la memoria resti viva in tutti coloro con cui interagiamo". Gli autori dell'opera lavorando da anni a stretto contatto con i principali musei memoriali del mondo, a partire da Yad Vashem di Gerusalemme. "Oltre 100 ebrei vennero deportati dalle Marche, senza tener conto delle famiglie ebree provenienti da fuori e che cercavano rifugio nella nostra regione - seguitano Malini e Picciau -. Sappiamo che vi furono anche giusti come Buonasera Grilli, antifascista di Fossombrone che nascose e protesse alcuni ebrei, fra cui Alfred Wiesner, il primo proprietario dell'industria di gelati Algida, con la moglie Edith. E sappiamo che, dopo l'armistizio di Cassibile, vi furono deportazioni anche fra i militari italiani: uno di loro era il ventenne Mario Tinti, anche lui di Fossombrone, che non tornò mai dal lazzaretto di Zeithain, sottocampo del famigerato Stalag IV B di Mühlberg. Servono simboli di memoria e riscoprirli per poi divulgarli è il motore del nostro lavoro di ricercatori, educatori e artisti". (ANSA).
   

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