Marche

Regioni: secondo piano Palazzo delle Marche intitolato a Carlo Bo

Latini, fu esempio generazioni magistero e intelligenza morale

Redazione Ansa

   Con una cerimonia pubblica, il presidente dell'Assemblea Legislativa delle Marche Dino Latini ha intitolato oggi il secondo piano della sede di Palazzo delle Marche di Ancona allo scomparso letterato, docente e senatore della Repubblica, Carlo Bo (1911-2001), rettore per 53 anni dell'Università di Urbino a lui intestata. "Un doveroso debito di riconoscenza da parte della nostra regione della quale ha ampliato gli orizzonti e interpretato lo spirito e la cultura", ha detto Latini prima di scoprire, assieme al rettore dell'Università di Urbino Giorgio Calcagnini, la targa commemorativa di fronte ad autorità militari, docenti universitari ed esponenti del Consiglio regionale.
    "Il suo impegno per rendere accessibile l'Università anche ai giovani meno abbienti, il suo magistero e la sua intelligenza morale - ha continuato Latini - rappresentano un esempio da seguire per le nuove generazioni ed un modello al quale Palazzo delle Marche intende inspirarsi. Quello cioè di un luogo trasparente e aperto al contributo di tutti, dove ogni cittadino possa sentirsi rappresentato".
    Nel corso dell'incontro Calcagnini ha sottolineato l'apporto culturale di Bo come francesista, ispanista e grande intellettuale del '900, che ha anche regalato ad Urbino, dove ha avuto il primo incarico d'insegnante di Letteratura nel 1938, la sua sterminata biblioteca umanistica (100.000 volumi), oggi conservata in un Palazzo annesso all'Università e aperta al pubblico. " Anche grazie a Bo - ha rimarcato - oggi l'Ateneo può vantare 15mila studenti, un tasso record rispetto alla popolazione residente".
    L'allieva, docente e collaboratrice del grande studioso, Graziella Carassi ha invece evidenziato l'umanità, l'ironia e il rigore intellettuale di Carlo Bo, e con lei il docente Roberto Danese, della "Fondazione Carlo Bo e Marise Bo". Molti interventi dunque, compresi quelli del docente di Economia Ilario Favaretto e del prorettore dell'Università di Camerino Andrea Spaterna, assieme ai consiglieri regionali Carlo Ciccioli, Maurizio Mangialardi, Andrea Biancani, Luca Serfilippi, utili a comprendere come il grande studioso abbia arricchito Urbino e le Marche non solo culturalmente, ma anche politicamente, proiettandoli al di fuori dei propri confini geografici e restituendogli - come ha evidenziato il docente di Filosofia e presidente del Premio Gentile da Fabriano, Galliano Crinella - quel ruolo di faro culturale che avevano avuto nel Rinascimento con Federico da Montefeltro. (ANSA).
   

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