Marche

Cassese, serve il merito per fare progredire la società

Altrimenti si arriva a domande come quelle dei concorsi docenti

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 21 MAR - Serve il merito per garantire la competenza di chi è chiamato a svolgere determinate funzioni e per fare progredire la società. Ma bisogna garantire anche la parità della linea di partenza a tutti. Ne ha parlato il costituzionalista Sabino Cassese, nella "Lezione Giorgio Fuà 2024", dedicata al grande economista marchigiano (che lo stesso Cassese riconosce come suo maestro), tenuta oggi presso la Facoltà di Economia dell'Università Politecnica delle Marche, dove il giurista è stato docente dal 1962 al 1974 e poi preside dal 1970 al 1074.
    Cassese ha elencato i principi delle scelte basate sul merito: competizione aperta a atutti, presenza di determinati requisiti, prove che misurino le competenze con rigore matematico, giudizi espressi da una commissione indipendente. la competizione, ha ammonito, "deve essere vera: lo è se ci sono 10 posti a disposizione e 100 concorrenti, non è completa se ci sono 10 posti e 10 concorrenti". Il concorso, ha argomentato, dovrebbe essere "un imbuto", una forma di selezione che c'è nei regimi costituzionali.
    "Il settore pubblico, che è il più grande datore di lavoro - ha aggiunto - dovrebbe usare la competizione". Che non c'è - ha sottolineato - "se si accede con la stabilizzazione dei precari, con concorsi riservati oppure se c'è lo scorrimento della graduatoria, una frase oscura dietro la quale si cela questa realtà: c'è un concorso per 30 posti, ma 300 persone vengono giudicate idonee e alla fine vengono tutte assunte". Il risultato - ha ironizzato Cassese - sono "le domande che abbiamo visto in questi giorni negli esami per i docenti". In un mondo dove "tutti sono promossi" e "tutti sono idonei dobbiamo essere sicuri che chi ci opera lo sappia fare. Lo stesso nel caso dei calcoli per un ponte o per la sottoscrizione di un titolo di debito pubblico". Il rischio è che venga a mancare "quell'affidamento su cui si basa la società".
    Certo, studiare in certe scuole o certe università è "un privilegio": sta alla Repubblica italiana garantire che tutti siano "sullo stesso punto di partenza. Per arrivare al traguardo ognuno usa poi le sue forze". Un principio fondamentale che è racchiuso nell'art. 3 comma 2 della Costituzione. "L'articolo 3 dice che tutti sono uguali davanti alla legge - ha seguitato Cassese -, un principio di uguaglianza formale, è un po' come dire che tutti sono liberi di dormire in un palazzo oppure sotto i portici. A fare la differenza è il secondo comma, con l'impegno della Repubblica a promuovere condizioni di uguaglianza sostanziale, la parità della linea di partenza".
    (ANSA).
   

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