Marche

Ripartiamo dal Catria, filiera legna per ambiente ed economia

Tronchi e rami depositati lungo i fiumi diventano una risorsa

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 24 NOV - Il bosco come risorsa, al centro di un circolo virtuoso che comprende manutenzione, occupazione, bioenergia, reddito. E' il senso del progetto "Ripartiamo dal Catria", presentato oggi nella sede dell'azienda speciale Consorziale del Catria: articolato in tre fasi, è risultato vincitore del bando emanato dal Ministero dell'Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste. L'obiettivo è di implementare la raccolta del legname depositatosi sulle sponde dei tratti fluviali delle zone di competenza dell'Azienda Consorziale del Catria, raccogliendo materiale ligneo per autoconsumo, creando occupazione e ripulendo gli invasi. La prima delle tre fasi è rappresentata dalla raccolta e manutenzione del materiale ligneo depositato a bordo fiume (a volte anche per alluvioni ed eventi calamitosi) e produzione di materiale a biomassa per l'autoconsumo, attività antichissima, iniziata nel Medioevo dal Duca di Urbino.
    La seconda fase è la formazione, con un piano mirato con Spiderwork srl, un corso per l'uso della motosega che si terrà in primavera. Infine la fase della comunicazione per illustrare sui social media e blog le pratiche legate alla cura dei tratti fluviali, in particolare quelli interessati da eventi catastrofici alluvionali. Alla presentazione, il deputato Mirco Carloni, presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, ha sottolineato l'importanza del 'Decreto legna" che consente agli agricoltori e agli allevatori di raccogliere, stoccare e riutilizzare la legna depositata naturalmente nell'alveo dei fiumi. Una norma che colma "una ipocrisia amministrativa per cui non era possibile raccoglierla senza incorrere in sanzioni". Altri Paesi europei, sfruttando le risorse comunitarie, hanno da tempo attuato "la filiera della legna". Secondo Mirco Ravaioli, presidente dell'Azienda speciale consortile del Catria "i corsi di formazione possono essere la chiave per garantire occupazione e resilienza nei territori delle aree interne". E per l'agronomo della Regione Marche Francesco Leporoni, "per la filiera del geno servone una normativa snella. Con questo progetto e la certificazione Pefc il territorio dei Comuni consorziati è un'eccellenza per le Marche". (ANSA).
   

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