Marche

Tele rubate 26 anni fa in chiesa Senigallia ritrovate a Teramo

Trovate dai carabinieri tra macerie di un edificio e restituite

Redazione Ansa

(ANSA) - TERAMO, 07 GIU - Non torneranno nella chiesa Madonna del Soccorso, a Scapezzano di Senigallia (Ancona), da cui vennero trafugate nel lontano 1997 perché è inagibile ma oggi, 7, le due tele rinvenute lo scorso aprile tra le macerie di un edificio parzialmente crollato a Cortino (Teramo) sono state riconsegnate alla Diocesi di Senigallia.
    Il lieto fine di una brutta vicenda è stato annunciato dai carabinieri di Teramo e dal Nucleo tutela patrimonio culturale de L'Aquila che hanno condotto le indagini sul furto dei due dipinti. Gli accertamenti coordinati dalla Procura teramana hanno permesso di risalire all'originaria posizione delle due opere e al legittimo proprietario, la Diocesi senigalliese. Ben 26 anni fa, il 19 agosto 1997, vi fu un furto all'interno della chiesetta nelle campagne di Scapezzano: ai carabinieri del posto sporse denuncia l'allora parroco, in seguito deceduto. Le due tele - olio su tela di autore ignoto, delle dimensioni di cm 60ž50 e prive di cornice - risalgono al periodo tra il XVI e XVII secolo e ritraggono "san Vincenzo Ferreri" e "la fuga in Egitto". Al di là dell'aspetto storico-artistico, hanno un elevato valore devozionale e saranno esposte ora ai fedeli.
    Erano state inserite nella "banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti", gestita dal comando carabinieri "tutela patrimonio culturale" ed è stato possibile compararle con quelle rinvenute in Abruzzo. A ritirare le opere è stato inviato don Mario Camborata, parroco di Scapezzano di Senigallia da cui dipende la chiesa rurale Madonna del Soccorso: emozionante il simbolico passaggio dalle mani di Pasquale Grasso, comandante della stazione di Torricella Sicura (Teramo) competente nel territorio del ritrovamento, dopo una conferenza stampa nella sede del comando provinciale carabinieri di Teramo, alla presenza del comandante provinciale Pasquale Saccone e del comandante del nucleo Tpc de L'Aquila Manuel Curreri. (ANSA).
   

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