Marche

Pd, governo taglia 1.250 scuole, Regione Marche non si oppone

Bomprezzi, 'da noi 120 scuole in meno, via deroghe per cratere'

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 31 MAG - "E' passato quasi in sordina il taglio di sedi e organici scolastici approvato dal governo con l'ultima legge di bilancio 2023". Lo rileva la segretaria del Pd Marche Chantal Bomprezzi, ricordando il contenuto del Decreto taglia-scuole: "il dimensionamento prevede che per avere un istituto scolastico autonomo occorrono minimo 1.000 alunni e non più 600. Le conseguenze saranno una riduzione delle scuole dalle attuali 8.136 a 6.885 e quindi ci sarà un taglio dell'organico dei dirigenti scolastici, del personale amministrativo".
    Secondo la nuova normativa "le scuole attualmente autonome ma con meno di 1.000 alunni - prosegue Bomprezzi - verranno del tutto eliminate dall'anno scolastico 2024/2025 in ogni regione".
    La segretaria Pd stigmatizza "l'atteggiamento del governo delle Marche, assai diverso da quello di molte altre regioni italiane: contro questa riforma ben sette Regioni italiane, governate indifferentemente dalla destra o dal centrosinistra (Toscana, Sardegna, Abruzzo, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Veneto) hanno subito impugnato la norma presso la Corte Costituzionale per lesione delle competenze regionali e dell'autonomia scolastica. Purtroppo, ancora una volta, le Marche si sono distinte invece per non aver fatto nulla".
    Il tutto a fronte di un "taglio che nelle Marche sarà tra i più massicci d'Italia con circa 120 istituti che chiuderanno i battenti, cioè poco meno della metà del numero di quelli che abbiamo oggi". E "a pagare il prezzo più alto - incalza - saranno zone già in enorme sofferenza come le aree interne della nostra regione. I maxi accorpamenti porteranno a plessi scolastici unici, ma dislocati in 10 diversi Comuni distanti decine e decine di chilometri tra loro. Le province colpite dal sisma, dati alla mano, dovranno rinunciare a circa 55 istituti.
    Il nuovo Decreto spazza via tutte le eccezioni individuate precedentemente per le aree montane". "Al passaggio di questo infausto Decreto in Conferenza Stato-Regioni, il presidente della Regione Acquaroli e l'assessora competente Biondi non hanno fatto o detto nulla, sostenendo la proposta del governo" sostiene Bomprezzi. (ANSA).
   

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