Marche

Rifiuti: amministratori e politici c.destra, no a gestore unico

Operazione di business e pericolosa

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 25 MAR - I politici e gli amministratori di centrodestra dicono no all'operazione del gestore unico dei rifiuti su base provinciale ad Ancona, 'bocciata' dalla Corte dei Conti. Un diniego ribadito dopo quelli di centrosinistra hanno confermato la volontà di ripartire, rimodulando il progetto sui rilievi della magistratura contabile. Si tratta di "un'operazione politica e di business pericolosa, il percorso va rimesso in discussione" è stato detto in una conferenza stampa oggi ad Ancona. Il candidato sindaco del centrodestra Daniele Silvetti ha 'scongiurato' la sindaca Valeria Mancinelli di "fermarsi" per il bene della città. E qualcuno ha annunciato anche un esposto. "Un'operazione da 'scappati di casa' - ha attaccato il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti -. Nessuno di noi è contrario a una gestione in house, ma per averla l'ente gestore in casa deve darci una offerta più vantaggiosa.
    Altrimenti l'operazione non regge". Silvetti ha espresso "preoccupazione per la linea oltranzista assunta dal Comune di Ancona di fronte al pronunciamento della magistratura contabile.
    Il pensiero va diretto ai lavoratori di AnconAmbiente e alla continuità di un servizio pubblico imprescindibile. Chiedo al sindaco di rivedere il piano strategico imposto a suon di maggioranza all'interno dell'Ata. E ai consiglieri comunali tutti, di centrodestra e di centrosinistra, di intervenire per scongiurare l'ulteriore dispendio di denaro pubblico e quindi l'inevitabile danno erariale". Per il capogruppo di Fdi in Consiglio regionale Cralo Ciccioli "si vuole mettere il cappello sulla gestione di un comparto non indifferente. I rifiuti sono diventati per tante società e imprese private e pubbliche una grande risorsa finanziaria, un business in cui tanti si buttano".
    Contro l'affidamento in house l'assessore regionale ed ex sindaco di Falconara, Goffredo Brandoni: "Noi siamo per il pubblico-privato, perché l'esperienza di affidamento in capo al pubblico di aziende così impegnative è stato sempre devastante al punto che hanno accumulato debiti ingenti in pochissimi anni". (ANSA).
   

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