Marche

Strage discoteca a Corinaldo, Fedez e Sfera testi in aula, 'scenario peggiore'

Rapper ad Ancona al processo bis, "cachet alto, prezzi bassi e capienza limitata". Sfera: 'Lo spray era stato spruzzato in altri locali senza conseguenze'

Redazione Ansa

   Il rapper Federico Leonardo Lucia in arte Fedez ha testimoniato ad Ancona nel processo 'bis' per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona) su presunte responsabilità per la sicurezza e le carenze strutturali del locale, nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 quando, nella calca seguita a spruzzi di spray al peperoncino, morirono cinque adolescenti e una madre 39enne.
    Fedez, cappotto nero, e look total black, è apparso in buona forma; è entrato e uscito dal Palazzo di giustizia lontano da telecamere e fotografi. Ha risposto alle domande dei pm Paolo Gubinelli, Valentina Bavai e dei legali di difesa e parte civile, parlando anche delle proprie esperienze di djset, prima che la popolarità lo portasse a riempire palazzetti e stadi.
    Fedez è stato chiamato a rispondere sulle condizioni del locale, delle quali però non aveva memoria, perché si era esibito due volte in dj-set alla Lanterna nel 2015 (486 biglietti venduti) e 2016 (586 biglietti). In un'intervista in tv il rapper aveva parlato dello "scenario peggiore" accaduto la sera della tragedia a Corinaldo: in aula, rispondendo ai pm, ha confermato il senso delle sue parole a proposito del prevedibile sovraffollamento del locale: "cachet alto, spesa bassa per i biglietti (20 euro, ndr) e capienza limitata (500 posti, ndr)".
    Quella sera si sarebbe dovuto esibire nel locale, in dj-set, Gionata Boschetti in arte Sfera Ebbasta, anche lui chiamato a testimoniare. Per quell'esibizione, che poi non avvenne a causa della tragedia, hanno ricordato i pm era stato pattuito un compenso di 17.500 euro. 

Secondo Sfera In altre occasioni era capitato che durante altri show in dj-set venisse spruzzato spray urticante e in un'occasione era stato sgomberato il locale e interrotto il concerto per poi riprendere dopo 20 minuti, senza che nessuno rimanesse ferito. Sfera ha raccontato che, insieme allo staff con diversi van, erano arrivati a un chilometro dal locale quando vennero informati dei problemi che c'erano stati: il manager andò a piedi fino alla discoteca e seppe della tragedia, poi tornarono in albergo. Il trapper ha parlato di quel periodo in cui, grazie al disco Rockstar, "più venduto in Italia nel 2018", stava ottenendo molto successo e nel quale tutti gli show erano sempre sold-out. "Mi era capitato altre due o tre volte lo spray al peperoncino agli show ma non mi ricordo in quali locali -ha detto- Una volta, non mi ricordo dove, dovemmo sgomberare la sala e poi lo show è ripreso dopo mezz'ora". Lui nel frattempo era stato portato nel backstage: "sentivamo bruciori agli occhi e difficoltà a respirare, mentre la gente si agitava". In quell'occasione, ha riferito, gli "addetti alla sicurezza avevano aperto le uscite di sicurezza per far defluire le persone che poi erano rientrate senza che nessuno rimanesse ferito". In altre occasioni, ha detto ancora Sfera, "non era neanche stata sgomberata la sala, non c'erano state conseguenze".


   

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