Marche

Giornalisti: arcivescovo Ancona, serve comunicazione non ostile

Controcorrente tra polarizzazioni e scontri anche nella chiesa

Redazione Ansa

' (ANSA) - ANCONA, 24 GEN - "Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l'affermarsi di una comunicazione non ostile". A dirlo è l'arcivescovo di Ancona Osimo Angelo Spina nel messaggio ai giornalisti e agli operatori della comunicazione in occasione della memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono della categoria, "per incoraggiarvi nel vostro servizio non sempre facile". Mons Spina prende spunto dal tema scelto da papa Francesco per la 57esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: "Parlare con il cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15) (Operare secondo la verità nella carità)". "Parlare con il cuore significa - spiega il presule - rendere 'ragione della speranza che è in noi' e farlo con mitezza, utilizzando il dono della comunicazione come un ponte e non come un muro. In un tempo contraddistinto, anche nella vita ecclesiale - sottolinea -, da polarizzazioni e dibattiti esasperati che esacerbano gli animi, siamo invitati ad andare controcorrente. Non dobbiamo temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel Vangelo ma non dobbiamo disgiungere questo annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione alle gioie e alle sofferenze dell'uomo del nostro tempo". Una comunicazione "non ostile" significa "aperta al dialogo con l'altro, che favorisca un 'disarmo integrale', che si adoperi a smontare 'la psicosi bellica' che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris". "È uno sforzo che è richiesto a tutti - osserva mons. Spina -, ma in particolare agli operatori della comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano". "San Francesco di Sales, vostro patrono, grande comunicatore, con la sua saggezza e sapienza aveva colto il meglio di come comunicare - conclude l'arcivescovo -, ai toni polemici e aspri aveva saputo trovare la via nuova del dialogo e della dolcezza seguendo la massima: 'Se sbaglio, voglio farlo per troppa bontà piuttosto che per troppo rigore'". (ANSA).
   

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