(ANSA) - ANCONA, 23 SET - "Io alfiere del maggioritario? Sono
l'unico rimasto, l'ultimo dei Mohicani". Lo ha detto Romano
Prodi, rispondendo alle domande del giornalista Marco Ascione,
sul palco del Festival della Storia ad Ancona, in cui ha
presentato il suo libro "Strana vita, la mia" (Solferino). Prodi
ha parlato anche della necessità di "una democrazia che decide",
da non confondere con il presidenzialismo evocato da Giorgia
Meloni. "Noi siamo una democrazia parlamentare - ha spiegato -
non siamo presidenzialisti, il problema non è un uomo solo al
comando, è avere una possibilità di un partito o di una
coalizione che ha un tempo preciso di 5 anni" per governare. E
sulle indicazioni che arrivano dai sondaggi ha invitato ad
attendere l'esito del voto. Ad esempio "la rimonta dei 5 stelle
degli ultimi sondaggi è uno dei fatti sorprendenti, però
aspettiamo di vedere, come sono poi i risultati definitivi. I
cosiddetti partiti tradizionali sono finiti male perché hanno
fatto mille errori e mille mancanze, però alla fine oggi c'è una
specie di rimpianto, non perché fossero la perfezione ma perché
almeno rappresentano una certa continuità". "Il Paese prima si
innamora della Lega, poi si innamora dei 5 stelle, poi si
innamora della Meloni - ha aggiunto -. Attenzione, perché poi il
problema della classe dirigente non è un problema che si inventi
ogni nuova elezione, è un problema di difficoltà di scelte.
Abbiamo visto come questa discontinuità abbia pesato sull'ultima
legislatura. Un partito, i 5 stelle, che ha scelto una
coalizione prima con la destra, poi con la sinistra". E sempre
in tema di sondaggi, ha ricordato che "quando fui eletto la
prima volta, il mercoledì mi davano perdente per sei punti. Poi
quello che capiterà non lo so. Non faccio previsioni, non è il
mio mestiere". (ANSA).
Prodi, democrazia che decide non è presidenzialismo
Sondaggi? Attendiamo esito voto