Marche

Caporalato: sconti lavaggio auto sfruttando operai,arrestato

Dopo indagini Cc Nil su esercizio Gabicce Mare nel Pesarese

Redazione Ansa

   Arrestato dai carabinieri in flagranza di reato per 'caporalato' un egiziano titolare di un autolavaggio a Gabicce Mare (Pesaro Urbino): le accuse nei confronti dell'arrestato sono intermediazione e sfruttamento del lavoro aggravato in concorso ai danni di due lavoratori egiziani. Secondo l'accusa, costringeva i due connazionali a lavorare 12 ore al giorno per una paga oraria di 3 euro. Un lavaggio completo così poteva costare al cliente la metà del prezzo della concorrenza, ossia 10 o 13 euro piuttosto che 20 o 25 euro.
    L'egiziano, spiegano in una nota gli investigatori, "dirigeva coordinava ed impiegava, anche 'in nero' i lavoratori ai quali corrispondeva una retribuzione di circa 3 euro per ogni ora di lavoro, a fronte di circa 8 euro contrattualmente previste, omettendo il pagamento di ogni emolumento accessorio ed obbligatorio previsto dal contratto collettivo nazionale applicato. Aveva dato ai due lavoratori un garage come alloggio, facendoli vivere in pessime condizioni, senza servizi igienici e con alloggi del tutto inadeguati. I carabinieri del Nil hanno sequestrato l'impianto di autolavaggio e gli 'alloggi' in attesa di accertamenti. È il 17/o arresto in provincia per caporalato dal 2016 in provincia eseguito dal Comando per la Tutela del Lavoro. In azione, anche con videoregistrazioni, i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Pesaro Urbino, coadiuvati dal comando stazione carabinieri Gabicce Mare e da personale dell'Asur di Urbino. L'arresto, convalidato dal gip con emissione di ordinanza di custodia in carcere, trae origine da una serie di controlli risalenti a febbraio, eseguiti dai militari del Nil di Pesaro Urbino. L'impresa di autolavaggio (sede legale a Perugia e unità operative in diverse località del Centro Italia) reclutava personale, in prevalenza di origine egiziana, da impiegare come manodopera. Il risparmio sui costi di sicurezza e contributi, consentiva all'indagato di proporre il servizio a un prezzo di mercato vantaggioso e aumentare i ricavi, sfruttando la manodopera: gli inquirenti stimano che da gennaio a oggi l'imprenditore abbia risparmiato circa 25mila euro tra stipendi e contributi per i due dipendenti. (ANSA).
   

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