Marche

Medico commosse web, a suo nome fondi ricerca CAR-T Ancona

Fond. Lorenzo Farinelli,assegno per terapia cellule anti-linfomi

Redazione Ansa

   Una giovane ematologa e ricercatrice, la dottoressa Giuseppina Urbano, si dedicherà ad Ancona in Clinica ematologica allo studio dello sviluppo di terapie innovative, in particolare nell'ambito di terapie cellulari con effettori immunologici geneticamente modificati (CAR-T) per combattere linfomi e leucemie refrattari alle tradizionali cure. Ciò avviene grazie a un assegno di ricerca interamente supportato dalla Fondazione Lorenzo Farinelli, nata dopo la morte del medico anconetano 34enne, stroncato nel febbraio 2019 da un Linfoma non-Hodgkin a grandi cellule di tipo B resistente alla chemioterapia: il suo appello sul web aveva commosso migliaia di persone; in breve tempo aveva raccolto 500mila euro necessari per andare a curarsi in America ma morì prima di poter partire.
    Lorenzo, impegnato in strutture di riabilitazione, con la passione del teatro, in un videomessaggio aveva parlato con voce emozionata, il volto segnato dalla malattia che lo aveva colpito otto mesi prima, stravolgendogli la vita. A lanciare la raccolta furono i familiari, la compagna e gli amici. L'appello venne condiviso dalla campionessa di fioretto Elisa Di Francisca, da Christian De Sica e da politici di ogni 'colore'. La madre, Amalia Dusmet, in memoria del figlio ha tenacemente perseguito l'idea di sostenere concretamente ogni iniziativa finalizzata a migliorare le cure nel campo dei linfomi maligni, tramite la Fondazione, e la ricerca per la costosa terapia che richiede la cooperazione con tanti specialisti (rianimatore, immunologo, neurologo, trasfusionista) ed è stata approvata dall'Aifa; la Clinica ematologica anconetana guidata dal prof. Attilio Olivieri, direttore Sod Ematologia, è stata accreditata nei mesi scorsi. L'assegno è stato attivato ad aprile.
    Oggi la presentazione in Regione. Lorenzo avrebbe dovuto sottoporsi a terapia CAR-T a Milano, ma la sperimentazione era terminata, e poi a New York ma le sue condizioni peggiorarono fino al decesso. "Mio figlio credeva in questa terapia - ha detto Amalia Dusmet - e fece un appello pubblico raccogliendo molti fondi, che oggi con immenso piacere nonostante l'insuperabile dolore, mettiamo a disposizione per avere queste cure disponibili a Torrette". (ANSA).
   

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