Marche

Carcassa di delfino nella spiaggia di Pesaro

Morto soffocato da un pezzo di rete professionale

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 14 APR - Nei giorni scorsi lo staff e i volontari pesaresi di Fondazione Cetacea onlus sono intervenuti sulla carcassa di un delfino, spiaggiata nella Baia Flaminia di Pesaro. Si tratta di un esemplare di Tursiops truncatus segnalato nella mattinata dalla Guardia Costiera di Pesaro.
    L'area è stata delimitata per la sicurezza dei cittadini (le carcasse possono essere fonte di zoonosi, cioè di malattie che tramite spillover possono "saltare" da animale e uomo) e per conservare l'esemplare in attesa del recupero da parte dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale. L'associazione di Riccione Fondazione Cetacea, che gestisce l'ospedale delle tartarughe marine di riferimento per Emilia Romagna e Marche e da tre anni la caletta per la riabilitazione proprio alla Baia Flaminia di Pesaro, è l'unico Centro di Recupero Animali Selvatici Marini riconosciuto nelle due regioni e uno dei due unici presenti in Italia. L'esemplare, maschio lungo 2 metri e 95 cm, presentava un pezzo di rete che fuoriusciva dalla bocca.
    I sospetti sulle cause della sua morte sono stati confermati dai risultati della necroscopia svolta il giorno seguente dalla dott. Ilaria Pascucci dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche: un frammento di rete proveniente con grande probabilità da un tramaglio, o rete da posta fissa, attorcigliato alla glottide ha provocato il soffocamento. Quando è stato spiaggiato dalla forte mareggiata di sabato, l'animale era ormai deceduto da 3-4 giorni. Quest'anno è il secondo caso in cui la causa dimostrata della morte è il bycatch, cioè l'interazione con la pesca professionale. Alcuni campioni dei tessuti e del sangue saranno analizzati per i patogeni, virus e batteri, sempre dall'Izs: i risultati saranno poi inseriti nella banca dati della rete spiaggiamenti coordinata dall' Izs di Torino e Università di Padova mentre altri a Como al dipartimento di ecotossicologia dell'Università dell'Insubria, per le analisi sulla presenza di microplastiche e inquinanti.
    (ANSA).
   

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