Marche

Lei ucraina, lui russo, 'ma i miei credono a Putin'

Coppia con 4 figli a Treia, la nostra vita è sospesa.

Redazione Ansa

   In fuga dalla guerra e da Vladimir Putin. Un'intera famiglia - papà, mamma e 4 figli - è arrivata da una decina di giorni a Treia, piccolo Comune del Maceratese, dopo aver lasciato la loro casa di Kiev. Quella della famiglia Mirgorod - raggiunta dall'ANSA nelle Marche - non è una storia come tutte le altre, nelle vene dei bimbi scorre sangue per metà russo e metà ucraino, ma loro sono in pace con se stessi. Così come lo sono papà Denis, 49 anni, russo di San Pietroburgo, e mamma Oksana, 42 anni, nata nella capitale ucraina. Ma non è così nelle loro rispettive famiglie. "I miei - racconta l'uomo - guardano la tv russa e credono più alla propaganda di Putin che al loro figlio e cioè a me". "Mia madre - dice invece la donna - quando siamo fuggiti mi ha detto che se potesse, ucciderebbe il presidente russo con le proprie mani". Denis, quando è invitato a rivolgere un appello a Putin si limita a dire che "non ci sono parole". Ma, raccontando che sono 20 anni che vive a Kiev, ammette che "ormai mi sente più ucraino che russo". Mentre mamma e papà raccontano gli orrori vissuti in questi giorni, la loro azienda di fertilizzanti per l'agricoltura ormai distrutta e il loro futuro incerto, i figli (che hanno un'età compresa tra 15 e 3 anni) stanno ad ascoltare in silenzio, uno accanto all'altro, stretti attorno ai loro genitori. I Mirgorod sono venuti a Treia, perché circa un anno fa hanno acquistato qui un casolare da ristrutturare. Oggi sono ospitati da una vecchia conoscenza: " il nostro desiderio è che la guerra finisca al più presto e tornare in Ucraina, ma è prematuro immaginare il futuro. Faremo quello che sarà giusto fare per i nostri figli". Con il domani in sospeso, c'è da affrontare il presente che per Denis e Oksana significa sostenere, anche se a distanza, la popolazione ucraina: "Mio marito - dice con orgoglio la donna - ha donato tutto quello che abbiamo a Kiev, comprese le auto e i sotterranei per rifugiarsi". (ANSA).
   

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