Marche

Caterpillar: Cremaschi a presidio Jesi, 'bisogno di politica'

Potere al Popolo, "criminale sblocco licenziamenti"

Redazione Ansa

(ANSA) - JESI, 29 GEN - Una nuova "merenda operaia", questo pomeriggio, al presidio dei lavoratori della Caterpillar di Jesi in lotta per difendere lo stabilimento dalla chiusura. Dopo Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli Cervi, il 15 gennaio, il presidio ha ospitato oggi Giorgio Cremaschi dell'esecutivo nazionale di Potere al Popolo. Tanti i cittadini presenti all'incontro, e tanti i familiari degli operai.
    "Diciamo grazie a quei lavoratori che non si rassegnano e che non accettano la vergogna della prepotenza del padrone che vuole delocalizzare all'estero la produzione per guadagnare di più - ha esordito Cremaschi -. Qui come in tante chiusure del periodo non siamo di fronte ad una fabbrica in crisi, ma a licenziamenti per profitti. E' una barbarie". Per Cremaschi, "lo sblocco dei licenziamenti è stata una scelta criminale che getta all'aria centinaia di migliaia di posti di lavoro", e in questa, come in altre vertenze nazionali, "c'è bisogno dell'intervento della politica". "E' mai possibile - ha detto - che una multinazionale possa sputare in faccia al Mise e alla Regione? Nelle crisi bisogna pretendere che ci sia intervento dello Stato e delle Regioni, se un'azienda se ne va occorre che si creino insieme ad essa le condizioni perché un'altra attività produttiva la sostituisca e non si faccia terra bruciata ad ogni possibile ingresso di realtà concorrenti". "Stiamo entrando nelle due settimane più importanti della vertenza - ha fatto poi sapere Tiziano Beldomenico della Fiom Marche -, il 23 scadrà la procedura di mobilità che la proprietà ha aperto. Intanto, nei prossimi giorni, ci saranno diverse visite di imprenditori forse interessati all'acquisto. Aspettiamo di capire la serietà di queste proposte, mai vorremmo fare un accordo che preveda un piano industriale di due-tre anni senza garanzie per i lavoratori. Intanto abbiamo chiesto alla proprietà di dare a chi subentra una parte dei volumi di lavoro per garantire allo stabilimento continuità produttiva". (ANSA).
   

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