Marche

Sisma, prime 10 casette nel Maceratese

Pino e Tiziana a Fiastra, 'non c'è la luce? Apriamo la finestra'

Redazione Ansa

''Prego accomodatevi, Accendiamo la luce... ah, la luce non c'è? Apriamo le finestre''. Pino Barchetta e la moglie Tiziana Giuseppucci sono i primi assegnatari di una casetta post sisma nella provincia di Macerata, a Fiastra. Abiteranno in una delle 10 Sae consegnate oggi, alla vigilia del primo anniversario del terremoto. Una piccola cerimonia con il sindaco Claudio Castelletti, il presidente della Regione Luca Ceriscioli e quello della Provincia Antonio Pettinari. ''Abbiamo vissuto otto mesi a Perugia - racconta la signora Tiziana, impiegata dell'Università di Camerino -, da dove ho continuato a lavorare con il telelavoro. Finalmente ora abbiamo la casetta qui''.

''Non sono casette, sono case vere e proprie, vivibili - sottolinea il sindaco - e spero che tra tre o quattro anni tutti possano tornare anche nelle frazioni''. Il clima di festa però non cancella i problemi. Il presidente della Provincia Pettinari è esplicito: ''questo è un passo avanti sulla via della ripresa e della normalizzazione. Ma non deve essere il presidente della Regione a battere i pugni a Roma: le Marche sono la regione più danneggiata, e la solidarietà istituzionale dovrebbe essere spontanea. Il Maceratese poi è devastato''. Se l'amministrazione provinciale non riesce ancora a chiudere il bilancio ''è perché non ci sono le risorse. Al Governo dico 'dateci la possibilità di agire' e individuiamo le priorità, a cominciare dalle strade da riaprire: non tutti i Comuni hanno lo stesso danno''. ''La ricostruzione è fondamentale, ma dobbiamo ancora uscire dall'emergenza''. Ceriscioli ringrazia ''tutti quelli che hanno lavorato, senza ferie, compresi i sabati e le domeniche'' per seguire le procedure per l'installazione delle Sae. A chi aspetta ancora la casetta e ''vede la ricostruzione lontana dico che questo è il momento della speranza, i nostri 78 cantieri stanno avanzando, e invito tutti a presentare queste benedette pratiche per la ricostruzione''. Parlando con gli sfollati anche oggi il governatore ha toccato con mano che ''si è preoccupati di tutto. Ma tranquilli, i tempi sono maturi. Vogliamo tornare a essere quello che eravamo, perché l'entroterra è il cuore dell'Italia''. Domani ''ricorderemo le 250 vittime del terremoto nell'Italia centrale. Per loro non possiamo fare più niente, ma la ricostruzione è nelle nostre mani, e deve partire anche dal singolo cittadino''. 
   

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