Marche

Banca Marche, chiesto processo per 17

Fra cui ex Dg Bianconi ed ex presidente Ambrosini

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Redazione Ansa

Sono 17 le richieste di rinvio a giudizio della procura di Ancona per il crac miliardario della vecchia Banca Marche e della controllata Medioleasing. I reati ipotizzati vanno dalla bancarotta fraudolenta all'ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto. Le conclusioni della Procura  (il procuratore Elisabetta Melotti e i pm Andrea Laurino, Serena Bizzarri e Marco Pucilli) sono state sottoposte a luglio al Gup Carlo Cimini.

Il giudice per le indagini preliminari fisserà l'udienza entro 2-3 mesi. Fra gli ex vertici e funzionari per i quali i pm chiedono il processo ci sono l'ex dg di Banca Marche Massimo Bianconi e gli ex presidenti Michele Ambrosini e Lauro Costa. Rispetto ai 18 indagati che a gennaio avevano ricevuto l'avviso di chiusura delle indagini, i magistrati hanno sollecitato l'archiviazione completa delle accuse solo per l'ex vice direttore generale di Bm Leonardo Cavicchia. Mentre per Claudio Dell'Aquila (ex vice dg di Bm fino al 2009 e presidente del Cda di Medioleasing fino al 2013) la procura ha chiesto di archiviare gli addebiti relativi al default di Bm, e di rinviare il manager giudizio per le accuse relative a Medioleasing. Il difensore di Dell'Aquila, l'avv. Riccardo Leonardi, aveva depositato 100 pagine di memorie e 40 documenti nel tentativo di dimostrare l'insussistenza totale delle accuse: ma per ora l'ex funzionario Bm è stato ritenuto estraneo solo alle accuse relative alla gestione dei crediti di Banca Marche. Resta al vaglio della Procura la posizione di altri funzionari della banca e imprenditori coinvolti nell'indagine 'madre', che ha riguardato più di 40 persone; per alcuni era stata ipotizzata anche l'accusa di associazione per delinquere, ora caduta.

Al momento dunque rischiano un processo Giuseppe Michele Ambrosini (ex presidente Bm), Paolo Arcangeletti (dirigente Bm), Giuseppe Barchiesi (dg Medioleasing), Massimo Battistelli (capo area crediti Bm), Giuliano Bianchi (Cda Bm), Massimo Bianconi (ex dg), Bruno Brusciotti (cda Bm), Lauro Costa (presidente Bm), Daniele Cuicchi (capo servizio commerciale Medioleasing), Franco D'Angelo (Cda Bm e presidente del collegio sindacale di Medioleasing), Stefano Gioacchini (Nucleo tecnico Medioleasing), Giuseppe Paci (capo concessione crediti Bm), Tonino Perini (vice presidente Bm), Marco Pierluca (Cda Bm e Medioleasing), Piero Valentini (presidente del collegio sindacale di Bm), Stefano Vallesi (vice dg di Bm e membro del Cda Medioleasing), oltre a Dell'Aquila. Uno degli indagati, stando a indiscrezioni, avrebbe chiesto di patteggiare.

Secondo la procura, il patrimonio di Banca Marche, dichiarata insolvente nel marzo del 2016, sarebbe stato distrutto anche con ''operazioni dolose'': una sessantina i finanziamenti nel mirino degli inquirenti. Soldi concessi tra il 2007 e il 2012, con "abuso di poteri e violazione di doveri", stando all'accusa, per "conseguire un ingiusto profitto a danno della società", in una "strategia aziendale tesa a favorire un particolare segmento di clientela prevalentemente legata a rapporti personali, e in alcuni casi economici, con il dg Massimo Bianconi". Le difese respingono gli addebiti, sostenendo che non vi fu dolo nella gestione creditizia della banca, che non vi sarebbe alcun elemento per contestare la bancarotta e alcuna rilevanza di rapporti personali per gli affidamenti. 

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