Marche

Musica: successo per Torvaldo e Dorliska al Rof

Ripresa regia Martone sfonda 'quarta parete'

Redazione Ansa

(dell'inviata Alessandra Massi) (ANSA) - PESARO, 12 AGO -Un quarto d'ora di applausi con vere e proprie ovazioni per i cantanti hanno accolto questa sera Torvaldo e Dorliska, terzo titolo in cartellone del Rossini Opera Festival 2017, nella ripresa dell'allestimento di Mario Martone del 2006. Secondo una famosa frase di George Bernard Shaw "l'opera lirica è quella rappresentazione in cui il tenore cerca di portarsi a letto il soprano, ma c'è sempre un baritono che glielo vuole impedire". Frase che si applica alla perfezione al capolavoro rossiniano, di rara esecuzione e riscoperto proprio dal Rof. Con l'unica eccezione che qui il cattivo di turno è un basso, il perfido duca d'Ordow che trama, minaccia, ricatta e usa la forza perché innamorato di Dorliska, sposa fedele di Torvaldo. Scritta nel 1815 per il Teatro Valle di Roma, l'opera è una pièce à sauvetage ove una persona innocente e perseguitata solo alla fine viene miracolosamente salvata dopo un'incredibile serie di vicissitudini. Torvaldo e Dorliska segnò un'incursione del musicista pesarese nel genere semiserio e la prima collaborazione con Cesare Sterbini, che di lì a poco avrebbe firmato il libretto del Barbiere di Siviglia. Dal punto di vista musicale, come spesso faceva, Rossini fece ricorso a vari autoimprestiti, riutilizzando cioè pagine già scritte per altri titoli, oppure con spunti che avrebbe ripreso e sviluppato successivamente. E così in Torvaldo e Dorliska fanno capolino anticipazioni evidentissime della Cenerentola. Nel libretto, non sempre coerente e logico, ci sono elementi tipici del feuilleton: l'ambientazione insolita (in questo caso il Nord Europa), un nobile tirannico e villain a tutto tondo, una coppia perseguitata, con qualche curiosa somiglianza con i Promessi sposi, e poi scene di sotterranei e boschi spettrali. La regia di Martone anima questo materiale drammaturgicamente debole con uno spettacolo di forte teatralità (scene di Sergio Tramonti e costumi di Ursula Patzak). L'azione sfonda la 'quarta parete': cantanti, coristi e figuranti si muovono indifferentemente nella platea e in palcoscenico, con duelli, drammatici confronti tra i personaggi, scene patetiche e una rivolta popolare che chiude l'opera. Il pubblico assiste allo spettacolo come se fosse dentro ad un castello e guardasse l'esterno raffigurato sul palcoscenico da una foresta quasi dantesca. Ottima la compagnia di canto a partire dall'imponente basso Simone Alaimo, un duca dalla voce tenebrosa, ma anche perfettamente a suo agio nelle fioriture vocali richieste dal ruolo. Al suo fianco il soprano georgiano in ascesa Salome Jicia (Dorliska), una vocalità importante che sta maturando rapidamente, l'ottimo tenore Dmitry Korchack (Torvaldo) e Carlo Lepore (Giorgio), eroicamente in scena malgrado un infortunio a un braccio., Raffaella Lupinacci, Filippo Fontana. Vivace la conduzione del giovane direttore Francesco Lanzillotta alla guida dell'Orchestra Sinfonica G.
    Rossini e Coro del Teatro della Fortuna 'M. Agostini'. Si replica il 15, il 18 e il 21 agosto.
    (ANSA).
   

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