Applausi a Macerata in uno Sferisterio sold out per Turandot di Puccini, andati soprattutto al soprano Iréne Theorin (Turandot) e al tenore Rudy Park (Calaf), convincenti nei rispettivi ruoli. Consensi anche per i registi Gianni Forte e Stefano Ricci, che hanno voluto dare all'allestimento della loro prima opera lirica un'impronta psicanalitica che però non ha convinto tutti. Eliminando riferimento alla Cina fiabesca del libretto originale, Ricci e Forte hanno immaginato per la 'principessa di gelo' un viaggio nell'inconscio che la vede dominare un mondo di false certezze esistente solo nella sua testa e la protegge dalle sofferenze della vita. Piante e bambini, come tutto ciò che cresce e si espande, vengono sul palco uccisi e conservati in teche di ghiaccio, mentre Turandot regna a cavallo di un orso polare su un deserto di gelo, affollato da uomini e donne vestiti con abiti anni '60, ma anche clown, topi ed automi. Battimani anche per il direttore Pier Giorgio Morandi alla guida della Form.
Turandot 'psicanalitica' allo Sferisterio
Piace ma non convince tutti regia Ricci/Forte