Marche

Respinti reclami contro insolvenza BM

Corte appello Ancona rigetta istanze ex Dg e Fondazione Pesaro

Redazione Ansa

Respinti i reclami contro la dichiarazione di stato d'insolvenza della vecchia Banche Marche, per un default da un miliardo di euro, decisa dal Tribunale di Ancona nel marzo 2016 su richiesta della procura e del commissario liquidatore Bruno Inzitari. La corte d'Appello ha rigettato le istanze dell'ex direttore generale di BM Massimo Bianconi e della Fondazione CariPesaro, pronti a fare ricorso in Cassazione. La dichiarazione d'insolvenza consente di poter contestare la bancarotta nell'inchiesta ancora in corso.

ll Tribunale di Ancona aveva ravvisato l'impossibilità per la vecchia BM di far fronte regolarmente alle obbligazioni. A novembre 2015, avevano scritto i giudici, con 221 milioni di euro di saldo netto di liquidità, l'1,4% del totale attivo, grazie a temporanee linee di credito concesse da altri intermediari, l'istituto versava in una "tale carenza di liquidità da non poter assicurare i pagamenti giornalieri". Sul fronte penale, invece, si attende a breve l'avviso di chiusura delle indagini nell'inchiesta che per ora coinvolge 36 persone (il 37mo indagato è morto) tra ex amministratori di BM (e Medioleasing), ex vertici e componenti del vecchio Cda. Sulla base dello stato d'insolvenza, alle accuse iniziali mosse a vario titolo agli indagati - appropriazione indebita, falso in bilancio e comunicazioni sociali, ostacolo all'esercizio della vigilanza e associazione per delinquere -, si è aggiunta quella di bancarotta fraudolenta, che verrà contestata solo ad alcuni manager ma che assorbirà alcuni reati contabili. Una tranche del procedimento approderà in aula il 18 gennaio: Bianconi, coinvolto anche nell'indagine 'madre' per altre imputazioni, e gli imprenditori Vittorio Casale e Davide Degennaro sono stati rinviati a giudizio per corruzione tra privati.

   

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