Marche

Gaia, mi manca la mia scuola di Arquata

Fra piccoli sfollati S. Benedetto, nostalgia della montagna

Redazione Ansa

"Si, mi piace vedere il mare e le barche al mattino al porto prima di venire a scuola, ma io sono abituata alla montagna e voglio tornare lì''. Gaia è una bambina dagli occhi neri e profondi. Frequenta la quinta classe dell'Istituto scolastico comprensivo Fluvione. Prima del terremoto a scuola andava ad Arquata. Poi è cambiato tutto: prima le lezioni sotto le tende a Borgo e ora la scuola al mare, a San Benedetto del Tronto. Con Gaia ci sono 74 tra ragazzi e bambini: compongono 5 classi delle elementari, 3 delle medie e una dell'infanzia. La scuola è a piano terra: aule grandi, luminose, ben attrezzate, spazi comuni vivibili. Ma non è casa loro e non ne fanno mistero. Nella terza media ci sono 12 ragazzi, compreso Francesco: viveva a Pescara del Tronto, paese che non c'è più. "Casa mia ormai è come una sottiletta" racconta. Inizialmente aveva scelto di andare a scuola ad Ascoli Piceno. "Ma i miei compagni di classe mi mancavano troppo e ho deciso di tornare con loro''.

In classe sono in sette, Agostina Petrucci è la loro insegnante. "Stanno quasi tutti in albergo qui sulla costa, qualcuno ha casa, dove prima ci veniva solo d'estate per le vacanze e ora deve viverci - spiega -. I bambini si adattano facilmente e in questa scuola stanno bene, specie dopo aver fatto lezione sotto la tenda, una soluzione buona solo per il breve periodo". All'intervallo si fa merenda, si gioca al biliardino. Ce ne sono due nel corridoio e il bidello detta le regole: "uno è per le medie e uno per le elementari". Ma ci sono anche le testimonianze della terra d'origine: una piccola foto (quasi un santino) di Arquata, riproduzioni della rocca che domina il paese e del tempietto di Capodacqua, adottato ora dal Fai. C'è anche incorniciata la maglia dell'attaccante del Torino Belotti con una dedica "a tutti i bambini di Arquata e che possano tornare a sorridere".
   

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