Marche

Renzi ad Ascoli, non vi lasceremo soli

Ditemi cosa è meglio per voi. Tornerò a telecamere spente

Redazione Ansa

 

Dritti impietriti davanti alle bare o accovacciati accanto a esse in un continuo abbraccio, i familiari di 35 delle vittime del terremoto nelle Marche (50 in tutto, ma per molti le esequie sono state già celebrate altrove) non hanno lasciato un attimo i loro cari nel giorno dell'ultimo saluto. "In un bagno di dolore", come dice al termine uno di loro di chi ha perso case e affetti. "Io vi aiuterò" ha cercato di rassicurarli il presidente del Consiglio Matteo Renzi, visibilmente provato in volto. Il dolore che non ha lasciato indifferenti le massime autorità dello Stato. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha abbracciato e confortato uno a uno i parenti delle vittime. Lo stesso ha fatto pochi minuti dopo il premier Renzi e particolarmente colpito è apparsa la moglie Agnese. Questa non ha nascosto la commozione e durante la messa il marito ha cercato di confortarla con una carezza sulla spalla. Nella palestra hanno preso posto parenti e amici delle vittime, stretti ai loro familiari. "Sono nato lì - dice Cesare -, a Pescara del Tronto e ci conoscevamo tutti. Ci ritrovavamo per l'estate e oggi invece lo facciamo qui". "Abbiamo perso tutto" continuano a ripetere con ancora negli occhi il terrore del terremoto.

''Ditemi cosa è meglio per voi: non possiamo decidere tutto noi da Roma''. Così il premier Matteo Renzi parlando con alcuni terremotati al termine dei funerali delle vittime ad Ascoli Piceno. ''Dovete essere voi a dirci se volete rimanere nei vostri territori, cosa è importante per voi''. A Pescara del Tronto, ha aggiunto, ''penso sarà impossibile ricostruire, ci sono stato, è tutto distrutto''. Ma su Arquata invece ''possiamo lavorare''. ''Tornerò a telecamere spente. Non vi lasceremo soli'', le parole rivolte dal presidente del Consiglio ad altre famiglie.
   

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