Marche

Rossini Opera Festival record d'incassi

17 mila presenze, 71% spettatori dall'estero per Festival Pesaro

Redazione Ansa

E' boom per la lirica a Pesaro, e il Rossini Opera Festival chiude la 37ma edizione con un successo senza precedenti: 1,1 milioni di incassi, 17.250 spettatori, per il 71% stranieri. I risultati ''migliori di sempre'', dice il sovrintendente Gianfranco Mariotti, un ''successo senza ombre su tutti i piani: di critica, pubblico e risultati economici''. Il segreto? ''Crediamo nell'intelligenza del pubblico''.

Da 37 anni il Rof tira dritto nella sua ''proposta scomoda, cioè restituire il 'sommerso' rossiniano, opere non di repertorio, senza cercare consenso unanime, lo spettacolo che 'piace a tutti', ma creando discussione, riflessione, anche dissenso''. E se il Ciro in Babilonia in versione kolossal diretto da David Livermore, un'opera complessa (''non è la Boheme o Traviata'') viene accolto da applausi scroscianti, e la Donna del Lago con la star Juan Diego Florez e Michele Mariotti sul podio, scatena entusiasmi da stadio, vuol dire che la formula funziona. Anche in termini di botteghino. Tre opere quest'anno (compreso il Turco in Italia) per un totale di 12 serate, il Viaggio A Reims in forma di cantata scenica, 7 concerti più il grande concerto di chiusura, il 19 agosto, con Florez neo cittadino onorario di Pesaro, sono costati in tutto 5 milioni di euro, somma in gran parte coperta dagli sponsor. ''I nostri bilanci sono in ordine - sottolinea con orgoglio il sovrintendente - e proprio per questo il ministero dei Beni culturali ci rispetta, non fa mancare il suo contributo. Le difficoltà nascono dal settore privato, che risente fortemente della crisi. Nel 2001 avevamo un bilancio di 7 mln: in 15 anni c'è stata una contrazione di risorse innegabile'' ma sul piano della qualità, gli allestimenti del Rof non sono mai scesi a compromessi.

Massimo rigore filologico per la parte musicale, massima libertà espressiva per le regie e la parte visiva, e un mix di ''stelle del belcanto e giovani talenti certi: nella Donna Del Lago, Salome Jicia e Varduhi Abrahamayan hanno avuto lo stesso enorme successo di Florez''. Il brand Rof è una certezza per gli appassionati, che prenotano i biglietti con un anno di anticipo dal Giappone, dagli Stati Uniti, dal Canada. 42 i Paesi rappresentati nel 2016, con nuovi arrivi da Colombia, Messico, Perù, Costa Rica e Turchia. ''Dagli anni Novanta il pubblico, nazionale e internazionale, cresce costantemente - spiega Mariotti -, gli stranieri sono ormai i due terzi. Si fermano almeno una settimana, non soltanto per i tre giorni delle prime, portano i bambini, le tate, sono una certezza che incide anche sull'indotto turistico''. E' un pubblico ''laico'', sa che al Festival ''troverà qualcosa di nuovo, discute, se c'è da dissentire dissente, ma torna''. Perché qui ''non si fa un teatro tradizionale, che deve accontentare gli spettatori e rassicurare gli abbonati: vogliamo far pensare, e quest'anno mi pare che l'obiettivo sia stato felicemente raggiunto''. La 38ma stagione è già in cantiere, e intanto Pesaro si prepara al 150mo di Rossini, nel 2018. In Commissione cultura al Senato è calendarizzata una legge speciale, ma per Gianfranco Mariotti l'anniversario non cambia granché: ''tutti i nostri programmi sono 'speciali'. La restituzione rossiniana ha un passo più ampio di una ricorrenza''. 

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