Marche

J.P., ritirata procedura mobilità

Sindacati: ma problemi restano tutti sul tavolo

Redazione Ansa

L'imprenditore Giovanni Porcarelli ha ritirato la procedura di mobilità per 400 dei 684 dipendenti ex A. Merloni della J.P. Industries di Fabriano. La volontà di procedere ai licenziamenti era stata annunciata da Porcarelli, che è anche sindaco del piccolo Comune di Cerreto d'Esi, nei giorni scorsi. Oggi la svolta, in un incontro nella sede di Maragone con Fiom, Fim e Uilm di Marche e Umbria, mentre gli operai erano fuori a presidiare. Ma i problemi, fanno notare i sindacati, restano tutti aperti. "Non possiamo rimanere soli, il ritiro della procedura di mobilità non deve distogliere Governo, Regioni e territori dall'attenzione su questa vicenda, perché i problemi rimangono tutti sul tavolo", dicono, ribadendo che "per un definitivo e strutturale avvio dell'attività necessita, nell'immediato, un supporto finanziario decisivo da parte delle banche" e "su tutto ciò diventa prioritario il ruolo del Governo", che deve aprire subito dei tavoli con ministro, Regioni, sindacati, imprenditore e banche in grado di "assumere decisioni definitive". Richiesta che trova d'accordo il deputato Pd Emanuele Lodolini, perché "bisogna capire bene quale sia il problema che si è determinato tra l'azienda e il sistema bancario in merito alla valutazione del piano industriale". "Un progetto industriale - chiosa - può anche fallire, ma se non ha nemmeno inizio allora si chiama speculazione", e le banche "devono, certamente, finanziare per sostenere l'attività economica, ma non possono sostituirsi e 'regalare i soldi' a chi non ha ancora un piano industriale vero e proprio. Per quel poco che ho avuto modo di vedere dai bilanci 2014-2015 della J.P., quell'impresa appare allo stato attuale difficilmente finanziabile". E anche secondo i vertici del Pd marchigiano, il segretario Francesco Comi e il presidente del gruppo in Regione Gianluca Busilacchi, va fatta "maggiore chiarezza sulla sostenibilità finanziaria del piano industriale presentato ad aprile, perché immaginiamo che un piano industriale la debba contenere". Per il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il ritiro della mobilità "è una buona notizia per tutti. Ora continuiamo a lavorare insieme al Mise perché le banche credano e sostengano l'iniziativa imprenditoriale di Porcarelli". "Dopo questo passaggio - commenta il vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione Umbria, Fabio Paparelli (uno degli stabilimenti è quello di Gaifana di Nocera Umbra) - si può affrontare con maggiore serenità il nodo ancora aperto per il futuro di questa azienda, e cioè la bancabilità del piano industriale". Soddisfatta la vice ministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova, che anche ieri aveva invitato l'azienda a fare dietrofront dicendo: "Questa drammatizzazione non solo non aiuta, ma incide sul futuro dei lavoratori. Come Governo questo non lo permettiamo". 

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