Marche

Aufreiter, arte aiuta integrazione

Direttore Urbino, 'più visitatori, opere clou non si prestano'

Redazione Ansa

''I Musei statali devono fare la loro parte nell'integrazione, educando alla conoscenza della tradizione attraverso l'arte''. Perché anche così si combatte il terrorismo. Ne è convinto il neo direttore della Galleria nazionale delle Marche, l'austriaco Peter Aufreiter, che oggi si è insediato ufficialmente nel Palazzo Ducale di Urbino. Quaranta anni, storico dell'arte, già direttore del Dipartimento mostre e dell'Artoteca del Museo Belvedere di Vienna, Aufreiter ha vinto la selezione per i nuovi direttori dei principali musei italiani voluta dal ministro Dario Franceschini. Urbino però era già 'casa sua' da tempo. Nel 1999 vi ha trascorso un anno di studi con il programma Erasmus, e in quell'occasione ha conosciuto la moglie, da cui ha avuto due figli, di 9 e 5 anni.

"Da allora - ha raccontato oggi ai giornalisti - sono stato a Urbino per tre volte l'anno, e forse conosco meglio questa galleria di altri musei di Vienna''. Poi un accenno all'esperienza viennese ai progetti italiani: ''per sette anni ho diretto l'Ufficio mostre del Belvedere, dove siamo riusciti a portare i visitatori da 300 mila ad un milione e 200 mila''. ''In Austria - ha ricordato - i musei hanno totale autonomia, pur controllati da una Commissione, con due direttori, uno per la parte scientifica e l'altro per quella economica. In Italia siamo ancora ai primi passi, ma il ministro Franceschini e il presidente del Consiglio Renzi ci vogliono arrivare. Il Belvedere aveva un budget di 18 milioni, di cui 10 di entrate da privati". "Ho molte idee - ha aggiunto Aufreiter - ma prima voglio parlarne con tutti i collaboratori e gli esperti. Nei primi due anni mi voglio occupare in modo particolare dei visitatori, soprattutto i giovani e i bambini, le famiglie, gli studenti e le scuole. Introdurremo qualche cambiamento nell'esposizione permanente della Galleria e biglietti integrati per il Polo museale". Cosa ne pensa Aufreiter dei prestiti di opere d'arte? "Le sette-dieci opere più importanti della Galleria devono rimanere qua, perché la gente deve sapere che ci sono. Così come quando le persone escono dal Museo devono sapere chi erano Raffello o Piero della Francesca".

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