Marche

Camusso, modello Pmi mostra debolezza

Dimensione aziende primo problema, poca innovazione

Redazione Ansa

Con la crisi, il modello produttivo delle Marche ha mostrato ''le sue debolezze, che sono anche le certezze del passato. La dimensione ridotta delle imprese, l'intervento concentrato molto sul costo del lavoro e poco sull'innovazione e il fare rete''. La diagnosi è della segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, intervenuta ad Ancona ad un'iniziativa del sindacato e dell'Ires Cgil dedicata alle Marche ''fra passato e futuro''.

L'occupazione che non cresce, le
Pmi troppo piccole e scarsamente innovative, le 4 università che
hanno sfornato 647 ricercatori ipersettoriali, nessuno che sia
capace di cogliere i problemi del rinnovamento tecnologico delle
imprese. Non sono solo la crisi cominciata nel 2008, la stretta
creditizia e la voragine di Banca Marche gli ostacoli che
frenano la ripresa nelle Marche, e lasciano la regione ''sospesa
in mezzo al guado'' fra le ''certezze del passato e le incognite
del futuro''. In un dibattito ricco di spunti, partito da una
relazione del presidente dell'Ires Cgil Marche Walter Cerfeda,
la segretaria della Cgil Susanna Camusso, il presidente della
Regione Luca Ceriscioli, quello di Confindustria Bruno
Bucciarelli, il rettore della Politecnica Sauro Longhi ed
esponenti del mondo sindacale ed economico hanno provato a
immaginare un futuro meno marginale per una regione che resta la
seconda più manifatturiera d'Italia.

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