Marche

Web chiave per le aziende giovani

Oltre 65% fa affari sulla rete

Redazione Ansa

Niente code ai Centri per l'impiego, né candidature tramite il 'passaparola' dei conoscenti: per la Generazione 2.0, ragazzi con meno di 30 anni cresciuti insieme al 'boom' di Internet, il lavoro si cerca (e trova) via web. Nel 2014, infatti, il 10% ha ottenuto un incarico 'navigando' in Rete. Ma le nuove tecnologie non sono indispensabili soltanto per chi aspira ad un posto: secondo un'indagine della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, presentata in occasione della 'Summer school' in corso a Treia (Macerata), le Piccole e medie imprese guidate dagli under35 privilegiano, ormai, gli affari online. Con la disoccupazione giovanile che lo scorso anno ha sfiorato il 43% a livello nazionale e al Sud ha superato il 55%, si legge nel documento, il web "diventerà l'asset più importante per le azioni di promozione" di se stessi e del proprio business; il percorso è già avviato, poiché il cosiddetto sistema R.E.D. (Rete, Export e Digitale) ha influenzato specialmente nel triennio 2013-2015 le scelte delle microimprese e dalle Pmi e "permesso di comprendere quali saranno le leve future" dei vari comparti dalle quali i professionisti "dovranno ripartire per acquisire nuove competenze ed abilità da mettere a disposizione" delle realtà produttive. Nel frattempo, i giovani al vertice delle aziende mostrano di saper utilizzare al meglio le potenzialità degli strumenti digitali per la comunicazione: il 65% intraprende l'attività curando la presenza in Rete, facendo conoscere prodotti e servizi tramite un proprio sito e affidandosi ai social network (più Facebook, che Twitter), e garantisce la vendita online. Inoltre, come già evidenziato, nel corso del 2014 un ragazzo con meno di 30 anni su 10, in Italia, ha conquistato la sua occasione lavorativa attraverso le pagine visualizzate sul Pc, o con lo smarthphone. Una quota che potrebbe salire, puntualizzano i Consulenti, se il digitale venisse potenziato: si stima, infatti, che una diffusione maggiore del 10% di Internet porterebbe ad "un aumento generale dell'occupazione del 0,44% e del 1,47% di quella giovanile". Nel frattempo, fra i segnali di ripresa della nostra economia si segnala una 'escalation' di persone interessate a lavorare, e per quelle con un titolo di studio più elevato le 'chance' sono superiori, visto che "il tasso di disoccupazione dei laureati nel 2014 è del 7,8%", ossia "quasi 9 punti percentuali in meno" rispetto a quello di chi vanta solo la licenza media.

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