Marche

Presto a casa marittimo bloccato Gambia

Società armatrice ha pagato ammenda

Redazione Ansa

 ''Mi hanno restituito il passaporto oggi, domani sera prendo l'aereo per Dakar e torno in Italia''. Sarà a casa, a San Benedetto del Tronto, probabilmente già giovedì Massimo Liberati, il marittimo sambenedettese rimasto bloccato per oltre 170 giorni nel paese africano con l'accusa di aver utilizzato una rete irregolare a bordo del peschereccio Idra Q, sequestrato nel porto di Benjul lo scorso 12 febbraio dalle autorità del Gambia e poi dissequestrato. Intervistato dal Tg Marche al telefono a Benjul, Liberati ha spiegato di aver trascorso ''sei mesi molto brutti'', con una ''paura continua'', soprattutto durante il periodo trascorso in carcere: ''non sapevi mai cosa poteva accadere'', ha detto in un'intervista telefonica al Tg Marche.

Il Tribunale ha disposto il pagamento di una somma di denaro (in alternativa ad altri sei mesi di detenzione), pagata dall'Italfish di Martinsicuro (Teramo). Liberati ha ringraziato l'armatore, ''mentre le istituzioni italiane non ci sono mai state''. La prima cosa che farà una volta rimpatriato? ''Stare a casa con la mia famiglia, questa è la cosa più importante''. Ieri l'Italfish aveva spiegato di aver deciso di pagare l'ammenda ''perchè non potevamo lasciare lì ulteriormente'' il marittimo. ''In ogni caso questa vicenda è uno scandalo, siamo stati completamente abbandonati dalle istituzioni italiane. Per mesi abbiamo operato solo con i nostri addetti sul posto, con i nostri legali e con i nostri traduttori". L'Idra Q., imbarcazione iscritta a Mazara del Vallo (Trapani) e con una base operativa in Senegal, afferma che la rete contestata era "presente a bordo, ma non utilizzata". Il capitano Sandro De Simone e il direttore di macchina Massimo Liberati erano finiti nel carcere di Banjul, in condizioni definite "pessime": il primo ha trascorso due settimane in prigione, il secondo una. A fine maggio c'erano stati il rilascio del motopeschereccio e del comandante.

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