Marche

Macerata Opera,Rigoletto alla Tarantino

Scenario a tinte forti inaugura stagione Sferisterio

Redazione Ansa

Ovazioni, applausi a scena aperta e Sferisterio sold out per Rigoletto di Verdi stile Quentin Tarantino, ambientato in una Luna Park dismesso tra cortigiani narcotrafficanti e prostitute, che ha inaugurato il Macerata Opera Festival. Nel primo atto anche lo stupro di gruppo (fuori scena) della figlia del Conte di Monterone durante un'orgia senza freni della banda malavitosa del boss-Duca di Mantova, tra colpi di pistola e scoppi di palloncini. Una sequenza forte, ma solo evocata da un andirivieni di uomini nel casotto-biglietteria dove la ragazza è rinchiusa, con un solo momento esplicito (un uomo con i pantaloni calati) non ha suscitato nel pubblico nessuna reazione negativa al contrario dello stupro messo in scena con grande crudezza da Damiano Michieletto in Guillaume Tell al Covent Garden (con annesso film proiettato in 50 Paesi), che ha provocato un vero putiferio, costringendo ad alleggerire la scena nelle repliche.
   A Macerata il regista Federico Grazzini ha dato vita ad una dimensione simbolica del male universale in un ambiente "marginale e marginalizzato". A questa chiave di lettura si aggiunge quella dell'ambigua personalità di Rigoletto, deforme buffone che aizza il Duca a compiere le sue nefandezze e padre amorevole di Gilda, la cui doppiezza viene sottolineata con cambi di abito (e di ruolo) a vista. La vicenda si svolge tutta in un'unica scena (di Andrea Belli), tra i tendoni del Luna Park, dominata dall'alto dall'enorme testa di un clown di cartapesta, e ai lati la casa-roulotte di Gilda, il casotto-biglietteria e un furgone ambulante di panini e alcolici, che nasconde l'attività da prostituta di Maddalena e quella da sicario del fratello Sparafucile. Il palco è continuamente animato dai movimenti del coro e di sei ballerini-figuranti che danno dinamicità al susseguirsi degli eventi: dalle pistole brandite per impedire a Rigoletto di strappare la figlia dalle mani del Duca, allo spogliarello in scena di quest'ultimo prima di raggiungere la preda, dai gesti volgari (dalle corna a quello dell'ombrello) dei cortigiani, fino all'ironico intrattenimento del Duca con Maddalena e le 'colleghe' (compreso un transessuale). Elementi che per altro appaiono coerenti con la drammaturgia e concorrono a dare all'allestimento il sapore della contemporaneità. Merito anche di un'interpretazione degli artisti mai sopra le righe, abbinata a costumi azzeccati di Valeria Donata Bettella: redingote di velluto rosso e grandi scarpe da clown per Rigoletto, smoking giallo acido e giubbotti di pelle per il Duca, completi neri per i cortigiani e abiti da escort per le signore. Vladimir Stoyanov, Rigoletto di consumata esperienza dal fraseggio morbido e ben bilanciato, ha fornito una bella prova conferendo al ruolo, grazie ad un'interpretazione intimista e dolente che non calca sull'aspetto grottesco, tutte le sfumature dell'immortale personaggio verdiano. Apprezzatissima Jessica Nuccio, al debutto nel ruolo di Gilda, cui ha saputo dare intensità e giovanile freschezza, grazie al bel colore e alla nitidezza del suo canto, sicuro negli acuti (bellissimo 'Caro nome') e nel fraseggio. Celso Albelo, nelle vesti del Duca, ha sfoggiato una voce pulita e solidissima negli acuti, sempre di bel colore. Perfettamente il ruolo anche Gianluca Buratto, uno Sparafucile spaventevole dal timbro vocale cupo, e Nino Surguladze (Maddalena). Efficace, anche se un po' incolore, la direzione d'orchestra di Federico Lanzillotta sul podio della Form. Il Coro lirico Bellini è stato diretto da Carlo Morganti. Tra il pubblico anche Lucia Annibali, l'avvocatessa fregiata con l'acido, testimonial della scorsa stagione. Si replica il 25, il 31 luglio e il 9 agosto.

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