Marche

Un anno fa l'alluvione di Senigallia

Città si e'rialzata ma mancano fondi e ogni piena Misa fa paura

Redazione Ansa

Il 3 maggio 2014, un anno fa, Senigallia venne colpita da un'alluvione devastante. In 12 mesi la città si è rialzata, ma i fondi scarseggiano, cittadini e imprese aspettano ancora i risarcimenti e ad ogni piena del fiume Misa torna la paura. Erano stati giorni di forti precipitazioni. La mattina del 3 maggio un'ondata di piena provoca la rottura di un tratto di argine del fiume a Borgo Bicchia: in sei ore si riversano 13 milioni di metri cubi di acqua, e il livello del corso d'acqua sale di 6 metri. Acqua e fango invadono la frazione, e l'acqua sfiora i due metri. Aldo Cicetti, 87 anni, ipovedente, muore intrappolato in cantina; la moglie si salva grazie al coraggio di un volontario che la carica su una tavola da surf. La marea raggiunge Borgo Molino e gran parte dei quartieri a sud della città, le zona del Portone ed ex Piano regolatore e arriva al lungomare, all'altezza dell'hotel Ritz. Il vento soffia in senso contrario e il mare non riceve: gli alberghi del lungomare sud sono invasi dalla piena. Nell'arco di tre giorni altri due anziani muoiono per cause indirette: uno stroncato da un malore, l'altra dopo il ricovero in ospedale. La melma e l'acqua devastano case, auto, edifici del Campus scolastico, il Palasport, il Commissariato di Polizia, la caserma dei Vigili del fuoco, la sede della Caritas, diverse chiese.

Alla fine si contano danni per oltre 179 milioni di euro, più di 5 mila abitazioni allagate e 1.500 persone rimaste senza niente. Verranno rimosse a tempo di record oltre 5 mila tonnellate di rifiuti: autovetture, elettrodomestici, mobili, materassi, effetti personali e ricordi di una vita. Il 4 maggio il premier Matteo Renzi visita la città e la sorvola in elicottero per rendersi conto di persona del disastro. A fine giugno arriva la dichiarazione dello stato di emergenza e il Governo stanzia 10 milioni di euro per le Marche, 4 dei quali destinati a Senigallia per gli interventi di prima urgenza assicurati dal Comune. La risposta della città è straordinaria. Oltre agli operai comunali, alla Protezione civile, ai vigili del fuoco e alle forze di polizia, a spalare fango e consolare ci sono tantissimi volontari, molti hanno meno di 20 anni. Arrivano contributi da parte di enti ed associazioni, donazioni e strumentazioni per le scuole. In 15 giorni gli alberghi riaprono, dopo 4 mesi si torna a lezione in tutte le scuole. Oggi si guarda avanti: per domani era stata indetta una giornata di celebrazioni, ma siamo in campagna elettorale e, per evitare polemiche, la kermesse è stata annullata.

''Stiamo cercando di prevenire, per quanto possibile, eventi calamitosi come quello di eccezionale intensità e imprevedibilità del 3 maggio scorso - spiega il sindaco Maurizio Mangialardi (Pd), ricandidato alle elezioni di maggio - vigileremo perché le opere pubbliche già finanziate, e indispensabili per garantire la sicurezza, siano realizzate tempestivamente dagli enti competenti: 4,5 milioni sono destinati alle vasche di espansione del Misa, 2 milioni al potenziamento degli argini e 2,4 milioni per la manutenzione degli argini e riprofilatura degli alvei". Il portavoce del coordinamento dei Comitati alluvionati, l'avv. Corrado Canafoglia, punta ai risarcimenti. "Nei prossimi giorni attiveremo un tavolo di mediazione tra gli alluvionati e gli enti che a nostro avviso sono in qualche maniera responsabili dell'alluvione''. ''Vorremmo che Regione, Provincia, Autorità di Bacino e quanti hanno competenza sul fiume si presentassero con le loro polizze assicurative: siamo convinti che questo sia l'unico modo per ottenere un risarcimento". 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it