Marche

Peschereccio affonda a Civitanova Marche, 4 i morti

L'incidente al largo di Civitanova Marche

Redazione Ansa

E' stato recuperato stamani dai sub della Guardia costiera il corpo dell'ultima vittima del naufragio del peschereccio pugliese 'Sparviero', affondato il 2 aprile al largo di Porto Sant'Elpidio (Fermo). Simion Vasile, marinaio romeno di 39 anni, è stato ritrovato nella sala macchine della nave, incagliata a circa 12 metri di profondità. Il bilancio definitivo della tragedia è di 4 marinai morti e due sopravvissuti.

Nei giorni scorsi, nei pressi dello scafo, era stato individuato il corpo di Maroga Costeli, l'altra vittima romena.

Sono morti per annegamento, per la tanta acqua ingerita prima di essere portati a riva dai soccorritori, Michele Fini, 25 anni, e Giorgio Toma Viorel, 19, due delle vittime del naufragio del peschereccio pugliese 'Sparviero', avvenuto il 2 aprile scorso al largo di Porto Sant'Elpidio (Fermo). Lo ha stabilito l'autopsia, eseguita dal dottor Antonio Tombolini, su incarico della procura di Fermo. L'ipotermia non è stata determinante nel decesso. Da quanto si è appreso, Viorel non sapeva neppure nuotare, e anche Fini, che viene da una famiglia molto numerosa di pastori, aveva poca dimestichezza con il mare: tutti e due si erano imbarcati per racimolare qualche soldo.

Dopo l'allarme e i soccorsi prestati dalla Guardia costiera, i due ragazzi erano stati trasportati in ambulanza nell'ospedale di Civitanova Marche, ma i tentativi dei medici di salvarli si sono rivelati inutili. Alle autopsie oggi ha assistito anche un consulente, il dottor Raffaello Sanchioni, nominato dall'avv. Domenico Biasco, che assiste i familiari delle vittime insieme all'avv. Gianluca Giornetti.

L'Ufficio circondariale marittimo di Civitanova Marche, titolare dell'inchiesta sommaria sul naufragio, sta completando gli accertamenti sulla regolarità del carico di cozze issato a bordo (forse troppo pesante per le dimensioni della barca), e sulle modalità di assunzione e preparazione professionale dell'equipaggio. Il comandante dell'Ufficio marittimo, il tenente di vascello Michele Grottoli, è anche incaricato di polizia giudiziaria per conto della procura della Repubblica di Fermo, che conduce l'inchiesta penale, e conta di consegnare in tempi brevi al magistrato i risultati delle ispezioni subacquee condotte finora e la documentazione relativa alle testimonianze raccolte.

L'armatore dello 'Sparviero' Fernando Coccia, di Cagnano Varano (Foggia) e il capitano Leonardo Coccia, suo figlio, sono indagati per omicidio colposo plurimo, e il secondo anche per naufragio.  Nella sciagura sono morti quattro marittimi (un italiano e tre romeni) mentre un quinto si è salvato.  Nei giorni scorsi i sub della Guardia costiera avevano ispezionato il relitto della nave, a 12 miglia di profondità, ma senza trovare tracce della presenza di Maroga Costeli e Simion Vasile. Gli accertamenti riguardano anche la regolarità delle procedure di assunzione e formazione professionale dell'equipaggio.

La motonave, che prelevava cozze in impianti di miticoltura, era iscritta al Compartimento marittimo di Rodi Garganico.  Era un motopesca a due motori, lungo 16 metri per 16 tonnellate di stazza lorda, costruito nel 1997. Raccoglieva cozze per conto della Euromitili di Cagnano Varano (Foggia). 

"Avevamo fatto un carico di 60-80 quintali di cozze quando è arrivata un'onda anomala da levante che ha spostato il carico tutto da un lato e ha fatto rovesciare l'imbarcazione. Il comandante ha fatto in tempo a dare l'allarme ma prima dell' arrivo dei soccorsi siamo rimasti in mare per circa un'ora e mezzo" dice Aldo Leo, il marittimo 37enne scampato al naufragio. Ma la Capitaneria di porto di Ancona ha ribadito che i soccorsi sono stati tempestivi.

 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it