Marche

Suora partorisce un bimbo

Missionarie amore Cristo, "non è suora, ma ragazza che aiutiamo"

Redazione Ansa

Una novizia straniera del Burundi  si presenta in ospedale con un forte mal di pancia. I medici del pronto soccorso avvisano il reparto di Ostetricia, e poco dopo la donna mette al mondo un bel bambino, che è intenzionata a tenere con sé, abbandonando le Sorelle missionarie dell'Amore del cuore di Cristo che a giugno l'avevano accolta nel loro convento. E' ancora un po' misteriosa la storia di questa neo mamma, la seconda suora dal 2011 a partorire un figlio in un ospedale delle Marche, dopo la congolese violentata all'estero da un prete che a Pesaro mise al mondo una bambina. Sembra che la gravidanza sia frutto di una violenza subita dalla donna nel suo paese d'origine

A San Severino Marche si rincorrono indiscrezioni e smentite, mentre l'ospedale 'Bartolomeo Eustachio' alza un muro di silenzio a difesa della privacy della puerpera. In un primo tempo pareva si trattasse di una suora di clausura, ma la Madre Abbadessa del Monastero di Santa Chiara, Rosella Mancinelli, smentisce ''in modo categorico che la vicenda riguardi una sorella clarissa della comunità o consorelle di monasteri della zona''. Poi si è appreso che la donna è ospite del convento delle Sorelle missionarie. Al telefono della struttura una voce femminile risponde con difficoltà ai giornalisti: ''Non è una suora ma una ragazza che stiamo aiutando''. Ma la domanda se la mamma abbia o meno preso i voti cade nel vuoto, e l'interlocutrice riattacca la cornetta. Qualunque sia la verità, nella Neonatologia dell'ospedale di Macerata è festa per un bambino in buona salute, di 3,6 kg, sottoposto ad ulteriori accertamenti perché la madre ha attraversato una gravidanza tutta in salita.

Al pronto soccorso la suora, descritta come una donna alta e robusta, è approdata il 18 gennaio, poco prima del parto, accompagnata da due consorelle. Si è già recata a trovare il figlio a Macerata, e si stabilirà con lui in una comunità di accoglienza. Il tema delle gravidanze fra giovani che abbracciano la vita consacrata in Paesi 'difficili', perché piegati dalle guerre o dalla fame, è un argomento che si pone all'attenzione della Chiesa cattolica con sempre maggiore frequenza.

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